Baciate, Bettiol e Calvetti: indennizzo BPVi da 5.900.000 € alla Consiag fa tremare i 121.000 che hanno transato con le venete

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Baciate BPVi, Gianni Zonin a Samuele Sorato giocano a ping pong?
Baciate BPVi, Gianni Zonin a Samuele Sorato giocano a ping pong?

«Baciate BPVI e lettere di riacquisto: un’operazione da 5.900.000 euro… indennizzati al sottoscrittore»: così titolavamo sabato 1° giugno la pubblicazione di un documento, che abbiamo pubblicato per esteso su bankileaks.com e che documenta le baciate della Consiag e di come BPVi l’abbia indennizzata con 5.900.000 euro grazie a una transazione, una delle tante, sottoscritta il 15 novembre 2016.

La pubblicazione del documento che attesta le baciate, una delle moltissime sconosciute, quando sarebbe servito non farle, a, dicono loro, «Bankitalia, Consob e allo stesso ex presidente della BPVi, Gianni Zonin, autore, secondo lui, di tutto il bello ma inconsapevole di tutto il brutto per quasi 20 anni di presidenza», è, intanto, dedicata proprio a loro che «si accorgono dell’esistenza del sistema delle “baciate” (io banca ti presto soldi per comprare mie azioni, quindi il go and back dei capitali non fa capitale) per gonfiare illecitamente l’insufficiente patrimonio di vigilanza della Banca Popolare di Vicenza, solo ora e grazie alle deposizioni al tribunale di Mestre…».

Ma la pubblicazione della concessione a Consiag, che l’ha lecitamente trattata, di 5.900.000 euro di indennizzi serve, scrivevamo, «non solo per dimostrare l’evidenza, l’esistenza delle baciate cioè, ma anche per fare… «alcune considerazioni insieme all’avv. prof. Rodolfo Bettiol e all’avvocato Sergio Calvetti, sugli effetti possibilmente doppiamente catastrofici delle stesse, prima per nascondere il vero e inferiore patrimonio di vigilanza a chi comprava e sottoscriveva azioni pensando che tutto fosse ok, ora per far temere la beffa ai circa 121.000 soci risparmiatori che hanno accettato l’Offerta Pubblica di Transazione (Opt) al 15% per BPVI e 9 euro per VB che, nel caso di dichiarazione di insolvenza e, quindi, di bancarotta fraudolenta e anche preferenziale, potrebbero incorrere nelle conseguenti revocatorie per chi ha incassato soldi a qualunque titolo».

Molto scarna, come al solito, ma di immediata comprensione, come sempre, è la posizione dell’avv. prof. Rodolfo Bettiol: «l’accordo BPVI risale al novembre 2016. Mi risulta che non sia il solo accordo concluso di questo genere e siamo anche all’epoca in cui vi era una transazione complessiva con i soci della BPVI e che tra l’altro ancora si contava di salvare. Ritengo pertanto difficilmente configurabile il reato di bancarotta preferenziale. Il documento dà prova ancora una volta all’uso delle così dette operazioni baciate».

Tradotto: era l’epoca delle transazioni e ridiscutere questa, di importo consistente come tante altre, significherebbe rimettere in gioco anche le 121.000 fatte con i soci risparmiatori e con enti non proprio assimilabili a povere vittime come la Fondazione Roi, vari enti ecclesiastici e non poche altre fondazioni tra cui, una su tutte, quella del Banco di Sicilia. che Mion & c. fecero aderire all’Offerta Pubblica di Transazione.

Tutti costoro, cioè, in caso di conferma dell’insolvenza della BPVi e dell’insorgere del possibile reato di bancarotta preferenziale (in caso di fallimento non si possono “privilegiare” alcuni creditori a danno di altri) potrebbero essere chiamati a rendere quanto ricevuto con le conseguenza immaginabili del caso, forse rimediabili solo per chi avrà diritto agli indennizzi del FIR se mai, ecco l’altra dramma, partirà visto che, in assenza ancora oggi dei decreti attuativi dell’articolo 36 del Decreto crescita che ha istituito il Fondo Indennizzo per i Risparmiatori, non è  da escludere che tutto salti al di là dei soliti proclami di Salvini nel caso, non peregrino, di crisi di governo.

Più articolato ma di grande aiuto a comprendere il fenomeno delle baciate e di come abbiano pesato sulla gestione della BPVi posto Zonin è il commento dell’avv. Sergio Calvetti che tra Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca tutela il maggior numero di ex soci, ben 8.000 complessivamente: «sull’accordo del 15/11/2016 tra la società Consiag Spa e la Banca Popolare di Vicenza mi preme immediatamente evidenziare il comportamento illecito della banca sin dall’inizio del rapporto con la cliente Consiag Spa e, in particolare dal novembre 2011, comportamento protrattosi sino a raggiungere il culmine della illiceità con la sottoscrizione dell’accordo precitato.

Come ben sappiamo, per avere le prove documentali agli atti del processo penale in corso contro Amministratori e dirigenti, la banca sino dai primi anni 2000 ha svolto un’attività assolutamente contraria alle norme contenute nel T.U.B. e nel T.U.F. coinvolgendo migliaia di ignari risparmiatori nell’acquisto di azioni con diversi raggiri tipo concessione di mutui/finanziamenti/fidi previo acquisto di azioni della banca giungendo financo dal 2007/2008 al 2014 a finanziare i propri clienti nell’acquisto delle azioni proprie senza la previsione dettata dall’art. 2358 C.C, tutto questo giungendo al fallimento della banca quindi allo smascheramento dell’attività illecita predetta e mettendo a zero i risparmi di una vita di moltissimi Veneti.

La questione che ci occupa, non l’unica, in BPVi e in Veneto Banca, evidenzia il tipico reato di bancarotta preferenziale laddove nei confronti della banca dovesse venir confermata la sentenza dichiarativa di insolvenza disposta dal Tribunale di Vicenza ed attualmente pendente a seguito di impugnazione avanti la Corte d’Appello di Venezia.

La banca, infatti, nell’accordo transattivo inter partes del 15/11/2016 ha privilegiato la società Consiag Spa, indennizzandola per le predite subite per effetto dell’investimento nelle azioni con l’importo di € 5.900.000,00, il tutto mediante compensazione dell’esposizione debitoria nei confronti della banca.

A fronte di oltre 100.000 risparmiatori rimasti azzerati nei loro risparmi, l’indennizzo riconosciuto a Consiag Spa rappresenta, oltre al predetto reato di bancarotta fraudolenta preferenziale, anche, a livello civilistico, illecito della lesione della par condicio creditorum con il conseguente diritto/obbligo della procedura di liquidazione di promuovere la conseguente azione civile revocatoria secondo le norme del diritto fallimentare.

Mi auguro che le Autorità competenti, Tribunale di Vicenza, liquidatori della LCA e Procura della Repubblica, tengano nel dovuto conto anche il contenuto della transazione del 15/11/2016 in modo che ciascuno, per le proprie competenze, agisca a tutela della massa dei creditori ed a garanzia del diritto e della giustizia».

Chiuderemmo con un “amen”, visto che il documento c’è su Bankileaks.com ed ora tutti possono studiarlo.

Anche Bankitalia, Consob e l’ignaro Zonin con tutto il suo cda (non tutto, però, chiamato a rispondere delle proprie responsabilità se non altro di mancato controllo) e tutti is suoi dirigenti, anche loro in minima parte chiamati a rispondere del disastro delle baciate denunciato anche dai sindacati che il 29 ottobre 2012 facevano protocollare una lettera alla direzione in cui «protestavano e informavano ufficialmente chi non voleva sapere dell’esistenza delle baciate (su bankileaks.com il documento)».