Baciate indigeste a Gianni Zonin, Silvano Ravazzolo al processo BPVi: con lui però le chiamavamo finanziamento per le azioni

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Prima che sulle baciate e sulle possibili illegalità connesse continuasse la testimonianza monstre al processo BPVi  dell’ex dirigente apicale della Banca Popolare di Vicenza, Costante Turco, (tra ieri e oggi 10 ore di interrogatori che vi mostreremo integralmente a breve) stamattina ha fatto venire il primo “mal di pancia” a Gianni Zonin il conte Christian Malinverni, noto imprenditore della ristorazione di livello (sono gestite da lui le location di villa Godi Malinverni e della Rotonda del Palladio) reduce da un’operazione all’intestino ma non per questo assente alla deposizione di stamattina.

Ma se lui il mal di pancia glielo ha procurato tirando in ballo direttamente e in maniera chiara per la prima volta l’ex presidente per 20 anni della banca (la litania di dirigenti e “baciati bacianti” davanti alle domande pressanti dei pm Luigi Salvadori e Gianni Pipeschi è “da Sorato in giù tutti sapevano, ma noi non sappiamo se ‘lui’ sapesse…“), nel pomeriggio l’ultimo teste ascoltato, Silvano Ravazzolo, membro di una famiglia che si ritrova sul groppone più di cento milioni di baciate, quel mal di pancia deve averlo trasformato in colica.

Per una serie di esigenze l’avv. Enrico Ambrosetti, difensore di Zonin, su decisione della presidente Deborah De Stefano concordata con gli altri avvocati e, soprattutto, con Salvadori e Pipeschi, ha aperto e, vedremo, chiuso in pochissimi minuti l’interrogatorio del teste condotto, dopo qualche preambolo, sguainando la domanda classica che tende a ribadire con ogni testimone che tutto (il male) avvenisse in via Btg. Framarin all’insaputa del presidente ventennale (promotore solo del bene).

Qui di seguito vi proponiamo con una rapida e sintetica trascrizione i passaggi fondamentali che potete ascoltare integralmente e con ancora maggior precisione nel video allegato.

Ambrosetti. Noi conosciamo quanto lei ha già dichiarato riguardo alle operazioni che lei e suo fratello avete fatto. Qui stiamo parlando delle cosiddette operazioni baciate. Volevo fare soltanto due o tre domande relative ai rapporti col presidente della banca, con l’ex presidente della banca dr. Zonin. Che rapporti aveva col presidente lei?
Ravazzolo. Un rapporto di cordialità. Ci incontravamo qualche volta a cena con altri azionisti della banca. Niente di particolare insomma. Solo cordialità.

Ambrosetti. In relazione a questi incontri ha parlato col presidente delle operazioni baciate, specificamente voglio dire?

Ravazzolo. Di baciate si è parlato solo alla fine del 2015 perché prima si facevano queste operazioni ma non erano definite baciate. Erano operazioni che la banca ci ha chiesto di fare perché eravamo clienti da 50 anni con la Banca popolare. Eravamo definiti affidabili, clienti seri, quindi sono venuti a chiederci di fare queste operazioni che erano operazioni di finanziamento, finanziamento destinato alle azioni della Banca Popolare di Vicenza.

Ambrosetti. Sì, sì su questo è stato molto chiaro. Ma in questi colloqui, in queste cene specificamente di queste operazioni ha parlato o no col presidente Zonin?

Ravazzolo. Guardi, col presidente Zonin mi ricordo che in un paio di circostanze ero seduto al suo fianco e così, con cordialità, ho chiesto ” presidente, va tutto bene? Con le operazioni che stiamo facendo va tutto bene? Lei non si preoccupi Ravazzolo, finché ci sono io in banca problemi non ne avrà mai.

Ambrosetti. Va bene, grazie. nessun’altra domanda, presidente De Stefano.

Di fronte a una così chiara chiamata in causa dell’ex presidente della BPVi vi sareste aspettati domande aggiuntive delle parti civili e, soprattutto, dei pm Salvadori e Pipeschi che a colazione con Malinverni e a merenda con Ravazzolo avevano forse ottennuto più che nei pranzi (virtuali) consumato ieri e oggi con Turco?

Alla richiesta di prassi della presidentessa del collegio se ci fossero domande per il contro esame dei pm, la risposta secca era, quindi, ovvia: “nessuna domanda“.

“Le difese hanno domande da formulare” chiedeva, quindi, la dr.ssa De Stefano prima di avere l’altrettanto unanime risposta dei legali delle parti civili: “Nessuna domanda”.

Nessuna domanda quindi abbiamo terminato. Ci scusi (sig. Ravazzolo, ndr) per averla fatta aspettare, è libero. È libero anche di mangiare senza il vincolo di dover tornare dopo la pausa (che non servirà, ndr)“.

Di sicuro la presidente del collegio, che ieri e oggi con le sue colleghe ha gestito con fermezza alternata a disponibilità la ripresa del dibattimento dopo l’astensione del precedente presidente Miazzi, non aveva alcuna intenzione di fare battute con l’accenno al pranzo di Ravazzolo.

Ma se dovessimo indovinare a chi oggi potrebbe essere andato storto il cibo, beh, non ci sarebbe gusto… a vantarsene così come giocare facile sarebbe individuare i frame del video in cui i pm fuori sembrano accennare solo a un professionale e soddisfatto sorriso mentre dentro, forse, urlano un comprensibile “e vai!“.