Bacini di laminazione contro le piene, Il Corriere del Veneto fa il punto: “Ne mancano 13”

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Maltempo, il Bacino di Montebello ancora una volta decisivo per evitare il disastro

I bacini di laminazione opere utili a contenere le piene dei fiumi e a limitare i danni da alluvioni. Se n’è parlato spesso in questi giorni di emergenza maltempo in Veneto e, nel Vicentino in particolare, parte delle attenzioni sono state indirizzate verso questo aspetto.

Lo stesso governatore Luca Zaia, nelle primissime ore dell’emergenza ha parlato positivamente dei bacini di laminazione che, entrati in funzione, hanno fatto la loro parte. Ovviamente, per il presidente della Regione Veneto era anche un modo per ricordare le opere realizzate sotto la sua amministrazione (leggi qui).

Nella sua edizione odierna in edicola, Il Corriere del Veneto fa il punto su queste opere ravvisando soprattutto due aspetti: è un tema ultradecennale e, attualmente, di quelli preventivati ne mancano molti.

Quattro sono già in funzione, cinque sono in fase di collaudo e per un altro (l’invaso di Montebello) i lavori sono in corso, solo per i primi due stralci – si legge -. All’appello ne mancano però ancora tredici e non tutti sono finanziati“.

Anche qui viene sottolineato che il loro funzionamento ha evitato danni, soprattutto a Vicenza. Ma anche che “perché il piano sia davvero efficace tutti i tasselli del puzzle vanno inseriti ma, lo ha ribadito il presidente del Veneto Luca Zaia, «abbiamo bisogno di un altro miliardo di euro dallo Stato». Che a oggi ne ha messi 3,5. Per invasi, interventi agli argini e tutta una serie di cantieri, piccoli e grandi, contro il rischio di allagamenti a ogni pioggia battente. Mentre la Regione ha aperto 2537 cantieri per un miliardo di lavori in tre anni”.

Passando poi al focus territoriale sugli interventi che necessiterebbero per la protezione del territorio, viene ricordato che “nel Vicentino, per il bacino di Montebello (a servizio del torrente Chiampo, con ampliamento dell’esistente), al momento ci sono fondi per i primi due stralci, ossia 32,5 milioni ma ne mancano altri 23″. Nella stessa provincia, inoltre, “sul Torrente Tesina, a Torri di Quartesolo nel Vicentino, la procedura Via (Valutazione incidenza ambientale) si è conclusa nel 2014 ma non sono stati ancora reperiti i 32,5 milioni necessari per i cantieri”.

L’articolo ricorda inoltre che questo genere di opere non sempre hanno trovato strada facile sui singoli territori per motivi ambientali. Sempre per restare nel Vicentino, A Monte Astico nel Vicentino, “il Comune di Sandrigo è contrario all’intervento e si è rivolto al tribunale”.

“I ricorsi rallentano gli interventi — ha sottolineato l’assessore regionale alla Protezione civile Gianpaolo Bottacin — a volte passano anni prima che si arrivi a una conclusione”.

Infine: “Oltre il pianificato, poi, si aprono nuovi fronti di emergenza: è il caso del fiume Retrone, 12 chilometri di corso in zona fortemente antropizzata che riceve le acque del Bacchiglione e che mercoledì è esondato. «Dobbiamo analizzare il fenomeno meteorologico e valutare come poter intervenire in questo contesto», spiega la Regione”.

Fonte: Il Corriere del Veneto