La consigliera regionale Erika Baldin (M5S) dice di no alle trivelle: “troppi rischi per l’Alto Adriatico»

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Trivelle Adriatico

No alle Trivelle nell’Adriatico: «Partiamo da un presupposto: il problema dell’aumento vertiginoso dei costi dell’energia non si risolve con le trivellazioni. Il motivo è che il nostro gas è troppo poco rispetto al fabbisogno. Nella laguna veneta, secondo Legambiente, ci sono metri cubi sufficienti a coprire al massimo tredici mesi di consumi». Parla così la consigliera regionale Erika Baldin (M5S), che ancora ieri aveva presentato una mozione assieme al portavoce dell’opposizione Arturo Lorenzoni. La mozione è in antitesi rispetto all’aumento delle estrazioni di gas naturale e alla proposta della Commissione UE di inserire il nucleare e il gas nella tassonomia verde.

«Le trivelle non soltanto non rappresentano una soluzione, ma anzi rischiano di costituire un problema per il nostro territorio. Condivido le preoccupazioni dei sindaci della provincia di Rovigo e dei presidenti dei consorzi di bonifica, che hanno messo in guardia rispetto al fenomeno della subsidenza. Ricordo che il Veneto è stato tra i promotori del referendum contro le trivellazioni. Se estrarre ancora significa rischiare di abbassare il livello medio del suolo e sommergere il Polesine, ebbene è chiaro che il gioco non vale la candela. Tradotto: i benefici economici sono troppo esigui. Ammesso che ci siano, ovviamente. Ed essi non giustificano il rischio per la salvaguardia del territorio. Bisogna guardare altrove, in primis alle energie rinnovabili e all’idrogeno che non a caso costituiscono gli assi portanti del Pnrr in materia di energia», conclude Baldin.