Il trittico di conferenze stampa del post retrocessione si è concluso con quella dell’allenatore (confermato) Francesco Baldini. Come già era stato con le coppie presidente-direttore generale e direttore sportivo-direttore tecnico, anche stavolta le dichiarazioni sono rimaste piuttosto sul vago, magari con qualche approfondimento in più sul campionato appena concluso e, invece, solo con l’esposizione di qualche linea generale che dovrebbe improntare la prossima stagione.
L’impressione che rimane dalle tre conferenze stampa è che non ci si voglia sbilanciare più di tanto sul futuro, forse anche perché in società si è capito che non è il caso, dopo il famoso “alzare l’asticella” di un anno fa. Vero è che ha il suo peso l’incertezza del campionato in cui la squadra militerà, essendo non da poco la differenza tecnica fra Lega Pro e Serie B. Ma è pur altrettanto vero che, fra poco più di un mese, la squadra si radunerà per dare il via alla preparazione e, in questo frangente, il calciomercato non sta certo ad aspettare le mosse dei dirigenti vicentini.
Anche Baldini ha ribadito, come chi aveva parlato prima di lui, che la società è in una fase di “scarico” dopo la retrocessione e, contemporaneamente, di “cogitazione” sul progetto della squadra che verrà. Ma nulla di concreto.
L’inevitabile commento del tecnico sul finale di campionato non porta novità: “mi dispiace non aver potuto lavorare qualche giorno di più con questi giocatori. Dopo la prima settimana di ambientamento e la sconfitta con il Perugia, sono riuscito a cambiarli e, anche con un po’ di fortuna, abbiamo ottenuto delle vittorie importanti. A Cosenza, purtroppo non ho avuto, nel secondo tempo, la possibilità di controbattere le mosse di Bisoli e, dopo il gol, la squadra è crollata, ripiombando nelle difficoltà del campionato.”
Passando a parlare del futuro, su un punto il tecnico toscano è stato molto chiaro: “non sono un allenatore che fa mercato – ha chiarito -, a me interessa il lavoro sul campo. Ho piena fiducia di Balzaretti e Vallone, che conoscono molto bene le mie idee.” La puntualizzazione non è marginale: come dire che, se gli acquisti sono sbagliati, lui non se ne prenderà la responsabilità (remember Di Carlo?). Baldini ha anche rinforzato il concetto: “nella costruzione della nuova squadra tutti avranno voce in capitolo, l’area sportiva lavorerà in simbiosi senza che nessuno prevalga.” Eventuali futuri processi, insomma, avranno più imputati.
Confermato che la sua idea di gioco è quella già enunciata al suo arrivo a Vicenza (copertura degli spazi, aggressività, compattezza fra i reparti), l’allenatore ha spiegato qual è l’identità di giocatore che vuole: “che corre dall’inizio alla fine, che va forte in ogni allenamento, che dà intensità sia alla fase offensiva che a quella difensiva”.
Ma i calciatori si scelgono anche in base al modulo che si adotta e, quindi, quale sarà quello del Vicenza? “Non ne ho ancora deciso uno – è l’enigmatica risposta -, l’importante sarà realizzare il tipo di gioco che voglio: uomo contro uomo, occupazione degli spazi, squadra sempre in pressione e pronta, a palla persa, a recuperarla.” Bella prospettiva, anche se un po’ teorica, visto che ci sono gli avversari che mica sempre ti permettono di giocare così.
Sul capitolo acquisti Baldini ha concluso con una dichiarazione che piacerà molto ai tifosi: “voglio giocatori che abbiano la volontà di riportare il Vicenza in alto, che non vedano l’ora di venire a giocare qui, che chiedano per ultima cosa quanto guadagneranno”. Gran belle aspirazioni, senz’altro. Ma sono ancora attuali nel calcio dei procuratori e dei cambi di maglia stagionali?
“Parlerò prima a ognuno di quelli in arrivo – ha promesso l’allenatore – così sapranno già cosa li aspetta. Garantirò a quelli più esperti che avranno almeno 17-18 presenze in campionato perché voglio creare un gruppo tutto di protagonisti.”
Quanto cambierà la rosa dello scorso campionato? “È una valutazione che stiamo facendo, qualcuno resterà, soprattutto quelli che hanno le caratteristiche adatte, in primis il temperamento. Incedibili, comunque non ce ne sono. Ma non abbiamo ancora parlato con nessuno.”
L’allenatore, diversamente dal d.s., fa qualche nome: “su Mancini e Sandon non posso dire nulla, li ho visti pochissimo perché erano entrambi infortunati. Sul futuro del primo decideranno i direttori. Ho visto di più Alessio, mi piace il suo carattere e lo porterò senz’altro in ritiro.” “Ho grande stima di Vandeputte, che mi sembra molto adatto al mio gioco. Ha fatto una stagione importante e rientra nei nostri piani. Bisogna sentire lui, però, cosa vuol fare.” Sui tre calciatori ex-Catania (la squadra allenata da Baldini fino a cinque partite dal termine della Lega Pro), due svincolati e uno (Greco) in rientro da prestito, il tecnico si sbilancia su Cataldi: “è il classico play, valido anche in interdizione. Lo conosco da anni, era il capitano della Under 17 della Roma che ha vinto il campionato di categoria. Si è allenato con noi per un mese. Russini ha fatto molto bene a Catania ma non ho notizie di trattative con lui.” Di Greco, infine, spiega che sarà senz’altro nella squadra del prossimo campionato: ”è un 2001, è passato per tutte le Nazionali giovanili, e, soprattutto, è un jolly. Non dobbiamo, però, chiedergli troppo subito.”
Baldini ha, infine, elencato le prossime scadenze: “ora mi prendo un po’ di pausa. Attorno all’11 luglio ci sarà il raduno, le visite e quattro-cinque giorni di preparazione nel Centro Tecnico. Poi due settimane in ritiro ad Asiago.”