La vignetta di Lele Corvi (propostaci dai nostri vignettisti Almor & Mellana (qui le loro vignette) con questa frase “Come buon anno abbiamo pensato di regalarvi delle vignette di quelli bravi. Ma non fateci la bocca. Le prossime volte non sarà così…”) riesce a sintetizzare, con un’ironia pungente, l’assurdità di un mondo dove le priorità sembrano completamente capovolte. Da un lato, una banana appiccicata al muro con del nastro adesivo che si vanta del suo valore: 6,2 milioni di dollari. Dall’altro, la sanità italiana che, “alla frutta”, non riesce neppure a permettersi quel pezzo di nastro per rimanere in piedi.
La vicenda che ha ispirato questa riflessione è reale e paradossale. Il magnate cinese delle criptovalute Justin Sun, la scorsa settimana, ha acquistato per 6,2 milioni di dollari la famosa banana di Maurizio Cattelan, intitolata Comedian, salvo poi mangiarla (qui il video), trasformando l’opera in un gesto ancora più provocatorio. Ma attenzione: l’arte, o meglio il suo valore, non è andata perduta. Infatti, il vero prezzo non risiede nel frutto, destinato a decomporsi, ma in un complesso sistema digitale – token, certificazioni e procedure informatiche – che permette di “rimpiazzare” la banana in eterno. Il concetto è garantito, la realtà meno.
E qui arriva il confronto che fa riflettere. Nella sanità pubblica italiana, le risorse mancano per tutto: macchinari diagnostici, posti letto, personale. Mentre una banana milionaria può essere rinnovata all’infinito, un bisturi non sostituibile o un macchinario obsoleto rischiano di compromettere vite umane.
La vignetta di Corvi ci ricorda, con un’ironia amara, come il sistema sembri premiare il superfluo e dimenticare l’essenziale. Forse, se la sanità fosse un’opera d’arte concettuale, avrebbe più fortuna. Chissà, magari un nastro adesivo in corsia potrebbe diventare simbolo di resilienza e attirare investimenti milionari. Intanto, ai malati non resta che aspettare, aggrappandosi non a un nastro, ma a una speranza sempre più precaria.