Banca d’Italia non perde il vizio… di vendere i suoi palazzi dismessi alla banche vigilate: prima alla BPVi, ora alla Popolare di Ragusa

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Con un atto stipulato venerdì 14 febbraio 2020 alla presenza del notaio Michele Ottaviano e firmato da Pietro Raffa, capo della Sede di Palermo della “vigilante” Banca d’Italia, e dal presidente della “vigilata” Banca Agricola Popolare di Ragusa, Arturo Schininà, lo storico palazzo di Piazza Matteotti a Ragusa, lasciato libero da tempo dalla banca centrale, è passato di proprietà.

Il palazzo ex Banca d'Italia di Ragusa venduto alla Popolare locale
Il palazzo ex Banca d’Italia di Ragusa venduto alla Popolare locale

Questa vendita è la replica di quella che anni fa vide sempre Bankitalia, “vigilante”su Banca Popolare di Vicenza, cedere palazzo Repeta, invendibile all’epoca ad altri, alla munifica Popolare locale che, regnante Gianni Zonin, se lo aggiudicò a 300.000 euro in più della base d’asta di 9 milioni anche se fu l’unico acquirente ba presentarsi.

Non vorremmo augurare all’Agricola Popolare di Ragusa la stessa fine che ha fatto l’ex BPVi dopo l’affare immobiliare con (per?) Banca d’Italia.

Ma se l’Istituto ragusano, che precisa comunque che l’acquisto… “non è un affare immobiliare”, ora, almeno, pensa di trasferire nel palazzo ex Bankitalia la sua vicina filiale  e di insediarci anche la sua Fondazione culturale Cesare e Doris Zipelli, c’è da ricordare agli oltre 117.000 soci della Popolare vicentina, rimasti con neanche il becco di un quattrino in tasca, che Zonin & c. nulla ci fecero con palazzo Repeta rimasto vuoto fin dall’inizio.

Saltò, infatti, l’operazione immobiliare, che includeva l’ex sede della Camera di Commercio e l’ex Cinema Corso, fatto acquistare alla Fondazione Roi, e che era stata immaginata ai tempi di Variati dall’allora presidente, sia della banca che della sfortunata Fondazione, che di certo all’epoca non poteva accampare, a giustificazione dell’infelice operazione con gli amici di Bankitalia, la senilità che oggi neanche gli permette di sostenere lo stress, come ha dichiarato l’avv. Ambrosetti, di deporre davanti alla procura al processo BPVi.

Cavaliere sì, Gianni Zonin, ma non certo capitano che sa affondare con la sua nave…