Banca Intesa Sanpaolo con Ubi, Carlo Messina rilancia dialogo in attesa di Antitrust e Consob

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Messina
Carlo Messina

Di seguito alcuni lanci dell’agenzia Agi che riprendono le dichiarazioni del CEO di Intesa Sanpaolo Carlo Messina in occasione dell’intervista pubblicata sul Messaggero

Carlo Messina, l’amministratore delegato di Intesa Sanpaolo che a febbraio ha sorpreso tutti – mercato, banchieri, investitori – con un’offerta pubblica di scambio su Ubi, rilancia la propria volonta’ di andare fino in fondo sull’Ops, in attesa del via libera delle autorita’ di vigilanza, a partire dall’Antitrust. “Ho intenzione di continuare in un atteggiamento di dialogo e apertura, per raccogliere suggerimenti da imprenditori e fondazioni azioniste di Ubi, affinche’ insieme si dia vita a un gruppo ancora piu’ forte”, e’ tornato a ribadire stamattina, sottolineando nuovamente la “valenza strategica” della proposta e “il significato per il sistema bancario italiano ed europeo”, oltre alla volonta’ di proseguire anche con il 50%+1 delle azioni. Il primo scoglio da superare, pero’, non sara’ quello delle adesioni degli azionisti di Ubi, che pure in parte hanno gia fatto sentire la propria contrarieta’, ma quello dell’Antitrust.

“Abbiamo sempre avuto rapporti eccellenti con le autorita’ di vigilanza, improntati al massimo rispetto e collaborazione. Cosi’ faremo anche in quest occasione”, ha detto Messina al ‘Messaggero’ commentando il fascicolo aperto dall’Autorita’ Garante della Concorrenza e del Mercato, che vuole studiare gli impatti su quote di mercato e peso nel sistema bancario. “L’acquisizione di Ubi da parte di Intesa e’ in grado di modificare in modo significativo il contesto bancario”, c’e’ scritto nero su bianco nel provvedimento, che evidenzia come verrebbe a mancare anche una banca media che potrebbe fungere da polo aggregante, per quanto Bper, con l’acquisizione delle filiali concordate con Intesa averebbe a fine Ops una ‘stazza’ maggiore di quella attuale di Ubi.

L’istituto guidato da Victor Massiah sta cercando di mettere in piedi una difesa della propria indipendenza e, i mancanza di un cavaliere bianco in Italia, e’ stato sondato anche il Credit Agricole. Nella partita, ora, oltre a Bper e Unipol, coinvolte da Intesa e dal suo advisor Mediobanca proprio per risolvere le tematiche di antitrust, potrebbe entrare anche Cattolica Assicurazioni. La societa’ veronese, che ha aumentato la propria partecipazione in Ubi all’1% e ha aderito al patto di sindacato ‘Car’, fortemente contrario all’Ops lanciata da Messina, ieri sera a sorpresa ha deciso di chiedere ai soci una delega per un aumento di capitale da 500 milioni.

La mossa, spiegano fonti della compagnia, e’ stata pensata “per avere la flessibilita’ di cogliere eventuali opportunita’ sul mercato” e viene ricordato anche come si tratti di una prassi consolidata, con il cda che aveva una delega di questo tipo fino al 2014. Al tempo stesso, considerato anche l’importo, molto vicino a quello di cui si era parlato in passato, potrebbe essere stata valutata adesso proprio per rilanciare sulla bancassicurazione con Ubi, su cui Cattolica ha tenuto negli ultimi mesi un atteggiamento ondivago.

I due gruppi hanno gia’ una partnership sulle assicurazioni vita, prorogata fino a giugno, che pero’ non riguardava tutto il perimetro della banca e che era stato valutato di allargare; dopo il ritiro delle deleghe, l’ex ad della compagnia, Alberto Minali, aveva detto di aver “proposto al cda di non presentare l’offerta per la bancassicurazione perche’ avrebbe comportato un aumento di capitale oneroso per i soci di Cattolica Assicurazioni”,  che pero’ ora torna in campo


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