Banche credito cooperativo, governo: intervenire in sede europea

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Adottare iniziative nelle opportuni sedi comunitarie per adeguare, “con il più ampio coinvolgimento delle forze parlamentari”, il quadro normativo bancario europeo alle “peculiarità della missione assegnata alle Bcc dalla Costituzione”.

È il primo degli impegni per il governo contenuto nella risoluzione sulle banche di credito cooperativo approvata oggi dalla commissione Finanze alla Camera. Al testo votato si è arrivati dopo un lavoro di sintesi e confronto basato su due risoluzioni che erano state presentate dai deputati Umberto Buratti (Pd) e Antonio Zennaro (Lega). Sul tema inoltre la VI commissione di Palazzo Montecitorio aveva svolto un corposo ciclo di audizioni nei mesi scorsi.

All’Esecutivo inoltre viene chiesto di confermare il “modello del gruppo bancario cooperativo disegnato dal legislatore italiano”, per garantirne la “sua missione economica e sociale, modificando con urgenza le regole europee applicabili e i relativi modelli di vigilanza affinché le norme e i parametri di supervisione” risultino proporzionati, coerenti e adeguati rispetto alla natura delle Bcc di “banche piccole, non sistemiche (“less significant”) nè complesse e a mutualità prevalente”, senza però “creare un ulteriore appesantimento al mercato del credito”.

La “preziosa funzione di sostegno al territorio” svolta dal credito cooperativo – si legge nelle premesse della risoluzione approvata – rischia di “essere inibita dall’acquisizione da parte delle banche di credito cooperativo della qualifica di banca significant, che impone su di esse oneri esorbitanti e non proporzionali in materia di governance e ‘fit and proper’, gestione dei rischi, in particolare degli Npl, fondi propri e requisiti patrimoniali, e infine requisiti di risoluzione”.

Inoltre la qualifica di “intermediari significant” espone concretamente le “singole Bcc ad una maggiore severità dei requisiti prudenziali rispetto a quelli che sarebbero coerenti e adeguati per proteggerle dai rischi che esse assumono in funzione del loro tipico business fondato sull’erogazione del credito per finalità produttive e sul finanziamento delle famiglie”.

Il nodo regolamentare – evidenziano le premesse – è dunque “essenzialmente a livello europeo”, per cui serve “intervenire su alcune norme dell’Unione bancaria per confermare il modello del Gruppo bancario cooperativo, ma modificando con urgenza le regole applicate e i modelli di vigilanza affinché le norme e i parametri di supervisione siano proporzionati e idonei rispetto alla natura di banche non sistemiche, piccole e non complesse (quali sono le Bcc) e a mutualità prevalente, profilo a sua volta sottoposto a specifica vigilanza”.

Inoltre il “combinato disposto di regole e linee guida europee in materia di credito deteriorato” e “il quadro di regole e approcci di vigilanza europei sui Gruppi bancari cooperativi” costituisce “un rischio reale di svantaggio competitivo del sistema Italia e di indebolimento del potenziale di ripresa e resilienza del nostro Paese”, viene rilevato nelle premesse.

Tornando agli impegni richiesti al Governo, la risoluzione punta poi a una rapida attuazione delle disposizioni “in materia di vigilanza cooperativa” al fine di “ottemperare alla previsione normativa introdotta nel dicembre 2018 ed evitare che le altre grandi banche possano lamentare distorsioni concorrenziali di mercato”.

E ancora: viene richiesto di portare avanti iniziative per rivedere il regolamento del Mef in materia di requisiti e criteri sui cosiddetti “fit and proper”, al fine di “garantire la qualità della governance senza ledere il carattere di territorialità del credito cooperativo, stabilito da norme primarie e secondarie”.

Inoltre si impegna l’Esecutivo a portare avanti iniziative per “definire una cornice normativa, in raccordo con le istituzioni europee, che consenta alle Bcc di accrescere il proprio contributo alla ripresa del Paese”, affinché possa continuare “ad essere garantito l’accompagnamento creditizio e consulenziale a imprese e famiglie chiamate a fare la propria parte nella ricostruzione post-pandemica delle economie locali in una prospettiva di transizione ecologica e digitale socialmente partecipata e inclusiva”.

Secondo quanto si apprende, oggi in commissione Finanze non è passato un impegno su cui si registrava soltanto il voto favorevole della Lega. Esso invitava il Governo, “laddove revisioni delle regole europee non trovassero adeguata condivisione e supporto nelle sedi competenti”, a “esplorare soluzioni legislative nell’alveo dell’art. 113, par. 7″ del Regolamento Ue 575/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (cosiddetto Crr), ovvero “sistemi di mutua protezione e garanzia tra le banche associate”, nell’ottica di “accordare ai singoli istituti la possibilità di restare ‘less significant’, sulla scorta dell’esperienza positivamente intrapresa dagli istituti Raiffeisen nella provincia autonoma di Bolzano”.