Cosa c’è di meglio, per valutare se partecipare al salvataggio di una banca, di chiedere una consulenza agli avvocati che hanno seguito tutte le principali partite legali di quella stessa banca? Chi meglio di loro conosce ogni vicenda e sa trovare in un batter d’occhio tutte le carte?
Dev’essere stata questa la ragione che ha spinto MedioCredito Centrale (Mcc) ad affidarsi all’avvocato Michele Crisostomo e ai suoi colleghi dello studio legale associato Riolo Calderaro Crisostomo e Associati (Rccd) per la due diligence sulla Popolare di Bari, commissariata il 13 dicembre da Banca d’Italia. D’altronde Crisostomo, 48 anni, da Bari ha scalato le vette della professione sino a risultare tra i papabili, a ottobre scorso, per la presidenza di Tim poi andata a Salvatore Rossi. Quanto allo studio Rccd, fondato nel 2009, si occupa di finanza, fusioni e acquisizioni, ristrutturazioni del debito, contenzioso e “procedimenti amministrativi” nei confronti di Consob, Banca d’Italia e Ivass, cioè di gestire a livello legale le sanzioni ricevute dai clienti, come la Pop Bari.
Che Crisostomo e lo studio Rcc, poi Rccd, siano stati gli avvocati di fiducia della Bari lo ha scritto il Gip Francesco Pellecchia il 24 gennaio nel decreto sulle misure cautelari nei confronti Marco e Gianluca Jacobini, Elia Circelli e Vincenzo de Bustis. Secondo Pellecchia tra fine 2013 e l’aprile 2014 lo studio Rcc fu advisor legale della banca pugliese nella “descrizione, analisi e verifica del contenzioso e delle passività potenziali” di Tercas durante la due diligence che portò la Bari ad acquisire la disastrata banca abruzzese con il benestare di Bankitalia.
Lo stesso Crisostomo il 14 maggio dell’anno scorso ha vinto per la Bari la causa civile avviata al Tribunale dell’Aquila da Fondazione Pescarabruzzo, ex azionista di Tercas. Sempre Crisostomo e il suo studio, con altri, difesero Tercas, incorporata in Pop Bari, davanti al Tribunale Ue impugnando la decisione del 23 dicembre 2015 con cui Bruxelles contestava l’intervento volontario del Fondo interbancario dimostrando che il sostegno a Tercas non era aiuto di Stato. Ancora Crisostomo e il suo staff hanno gestito per l’istituto le sanzioni ricevute da Consob nel 2018, stavolta però perdendo il 2 settembre scorso in appello a Bari, e nel 2014 quelle alla Bari e alla sua controllata Cr Orvieto. L’onnipresente studio Rccd ha assistito la Bari anche in alcune operazioni di cartolarizzazione di crediti.
Secondo Crisostomo “lo studio Rccd – come altri fra cui quelli coinvolti nell’attuale ristrutturazione – ha assistito negli ultimi anni la Popolare di Bari in alcune operazioni straordinarie e contenziosi. Il nostro studio ha vinto, a fianco di Mef e Banca d’Italia, la causa contro la decisione della Commissione Ue di configurare come aiuto di Stato l’intervento del Fondo interbancario in Tercas: ciò ha permesso di riscrivere il modo per salvare le banche italiane evitando il bail in. Anche in virtù di questa esperienza il nostro studio è stato chiamato da Mcc come consulente nell’investimento nella Bari, che ci ha riconosciuto l’accurata conoscenza delle tematiche rilevanti per l’operazione. Gli incarichi ricevuti dalla Bari non creano per il nostro studio alcuna situazione, attuale o potenziale, di conflitto di interessi nel ruolo di consulenti di Mcc nel potenziale investimento nella Popolare né, tantomeno, si pone una questione di opportunità perché agiamo non contro la banca ma per salvarla”.
Chi siamo noi per dubitare della sapienza giuridica dell’avvocato Crisostomo? Resta il fatto, apparentemente inusuale per noi inesperti, che un avvocato e il suo studio associato redigono per un terzo valutazioni su un cliente il cui contenzioso loro stessi hanno gestito sino all’altroieri. Un po’ come venire pagati da qualcuno per offrirgli un giudizio su sé stessi e il proprio lavoro.
di Nicola Borzi da Il Fatto Quotidiano