Banchieri, l’inchiesta di Report: statue, lusso e regali per piazzare diamanti

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Esperto di diamanti
Esperto di diamanti

Il viatico, oltre ovviamente ai ricchi guadagni a scapito dei clienti raggirati, erano i regali. Omaggi e regalìe ai top manager delle banche per accedere alla loro clientela vendendo diamanti a prezzi gonfiati da parte delle due società, la Intermarket Diamond Business (Idb) e la Diamond Private Investment (Dpi), coinvolte con cinque banche Banco Bpm, Unicredit, Intesa Sanpaolo, Monte dei Paschi di Siena e Banca Aletti nella truffa dei preziosi. Si andava dal soggiorno in hotel di lusso fino a preziosi reperti archeologici. È quello che ha scoperto Report, in onda stasera (servizio di Emanuele Bellano).

Il programma di Rai3 aveva sollevato il caso già nel 2016, avviando l’inchiesta della Procura di Milano che ha imposto il sequestro di 700 milioni agli istituti di credito con l’ipotesi di reato di truffa aggravata e autoriciclaggio. Ora ha recuperato alcuni file della Idb con l’elenco degli omaggi e dei destinatari. Nei documenti rinvenuti nei pc della Intermarket Diamond Business, vengono indicati i nomi dei dirigenti di banca e dei reperti archeologici che sarebbero stati loro recapitati. Federico Ghizzoni all’epoca amministratore delegato di Unicredit, avrebbe ricevuto una lucerna in bronzo di epoca romana e una scultura della magna Grecia, raffigurante una pantera. Per entrambi i regali la Idb annota la “consegna a mano”. E ancora Gabriele Piccini, fino al luglio 2016 presidente di Unicredit per il mercato italiano, invece avrebbe ricevuto un vasetto in alabastro etrusco-corinzio, una paletta per incenso e un busto femminile di Palmira, il sito archeologico siriano. Anche qui per tutti e tre i regali la Idb segna: “Consegnato a mano”. Ad aver ricevuto regali archeologici ci sarebbe anche Cristiano Carrus al tempo direttore generale del Credito Bergamasco, con una coppa in alabastro, una statuetta e un bucchero. E poi, Maurizio Faroni, ex direttore generale di Banco Bpm, indagato e sospeso dalla banca. Avrebbe ricevuto un vasetto etrusco-corinzio in alabastro, una bottiglia di epoca romana e un bucchero. Valori difficili da stimare, ma certo oggetti più che preziosi non solo dal punto di vista economico.

Più prosaicamente la Idb era anche munifica quanto a soggiorni di lusso. Sempre a Ghizzoni, la Idb avrebbe inviato un buono per due persone, per due notti con pensione completa, nella prestigiosa suite design dell’Abano Ritz Hotel. Incluso nel pacchetto un trattamento spa con un massaggio ayurveda, un impacco di fango rimineralizzante e un bagno termale in aromaterapia. Sempre dai file della Idb risulta che la società gli avrebbe inviato anche voucher per un soggiorno in un altro hotel di lusso di Salò. Valore di ogni buono: circa mille euro.

Stessi buoni per il trattamento relax al Ritz hotel di Abano Terme e nell’albergo sul lago di Garda risultano inviati a Piccini e a Lionello Guidetti, all’epoca amministratore delegato di Banco Popolare di Verona. Tra i destinatari dei voucher per l’hotel a Salò, invece, risulta anche Alessandro Profumo, all’epoca Presidente di Mps.

Ma i top manager che avrebbero ricevuto i buoni stando agli appunti della Idb sono molti di più. Il già citato Carrus, tra il 2013 e il 2015, avrebbe ricevuto voucher per soggiorni relax ad Abano Terme, per un valore di 2.745 euro. Stessa cifra per Carlo Lombardi allora top manager in Banca popolare di Lodi. Per Giovanni Chelo responsabile del settore immobiliare di Unicredit invece risultano, tra il 2015 e il 2016, buoni vacanza per 1.900 euro. Si tratta di una ventina di dirigenti di banca ai più alti livelli di Unicredit e Gruppo Banco Bpm.

I giornalisti di Report hanno contattato i diretti interessati. Piccini smentisce di aver goduto di soggiorni relax e di regali archeologici. Invece Carrus sostiene di “non sapere di essere destinatario di tali regali”, ma ammette di aver goduto di un soggiorno ad Abano Terme. Guidetti conferma di aver ricevuto gli omaggi per i soggiorni, ma di non averli mai utsati. Maurizio Faroni, contattato, dice: “Io non ho mai beneficiato di soggiorni e tanto meno di regali archeologici”. Profumo scrive che “non ricordo, è passato molto tempo, ma sono certo di non essere andato in vacanza a spese della Idb”. Mentre Ghizzoni, Chelo e Lombardi non hanno risposto o commentato.

I presunti regali ai banchieri sono solo la punta dell’iceberg dell’indagine che ha visto cadere nella trappola migliaia di clienti delle cinque banche. Clienti che si sono ritrovati in tasca diamanti a prezzi gonfiati, difficilmente liquidabili e la cui vendita, invece, garantiva alle banche ricche commissioni: si stima fino a 10 volte il valore delle commissioni rispetto ai normali prodotti finanziari. È qui l’ingranaggio chiave dello scandalo. Tanti soldi e facili a spese degli incosapevoli clienti. Report documenta, attraverso il racconto di un gestore, anche le forti pressioni dall’alto verso il basso: dai manager verso i gestori e i dipendenti, per spingere la vendita dei preziosi. Gestore che ha illustrato anche le modalità di selezione della clientela. Pressioni fortissime che i sindacati dei lavoratori, Fabi in testa, hanno denunciato con forza e non solo per lo scandalo diamanti. Significativa la testimonianza di un lavoratore intervistato da Report: “Le pressioni avvengono quotidianamente, abbiamo dei budget da raggiungere per i diversi tipi di attività e le pressioni ci sono. Vengono pubblicate classifiche e graduatorie, vengono anche indicati in maniera negativa chi è ultimo in classifica. A volte si arriva anche a minacce di trasferimento in caso di mancato raggiungimento dei risultati, ho visto persone trasferite per non aver raggiunto determinati obiettivi”.

di Fabio Pavesi da Il Fatto Quotidiano