Passato a miglior vita Don Paolo Zanutel, conosciuto a Vicenza per opere buone e discusso per quelle meno commendevoli, ma noto soprattutto per il “suo” Baronio, una serie di Istituti Scolastici privati che ha preso il nome dal Cardinal Cesare Baronio e soldi anche dallo Stato per ospitare immigrati con le prima ricche diarie di 35 euro al giorno, non sono scomparsi con lui i debiti contratti nel tempo.
Tra questi pesano particolarmente quelli con la Banca Popolare di Vicenza che a certi signori e monsignori, suore incluse, non lesinava di prestare allegramente o regalare, il che si è tradotto comunque nel perderli, soldi che, con fiducia mal ripagata, più di 117.000 soci avevano messo nelle mani poco accorte e/o distratte del suo ventennale presidente Gianni Zonin.
Se il 2 febbraio 2017 avevamo titolato “Restituzione degli 11.5 mln di euro prestati da BPVi al Baronio di Don Paolo Zanutel, AAA miracolo cercasi: buchi nel bilancio 2015” e se, poi, il 4 dello stesso mese indirizzavamo una lettera appello al vescovo titolando “…la lettera “animata” di un “cattolico qualunque” a Mons. Pizziol su azioni comprate da enti religiosi e bruciate anche dalle insolvenze di don Paolo Zanutel” ieri, mentre seguivamo le deposizioni al processo BPVi, un socio che assisteva all’udienza, Renato D. P., ci ha mostrato l’annuncio su AstaLegale.net (qui in copertina), che mette all’asta il complesso edilizio del Baronio, dicendoci: “ecco dove finivano i nostri risparmi“.
Per il “complesso scolastico con terreno, composto sostanzialmente da 6 edifici fra loro contigui, oltre la palestra edificata separatamente…” l’IVG ha fissato un prezzo base di Euro 4.008.000,00 con offerta minima € 3.006.000,00 per una vendita senza incanto fissata per 12/03/2020 alle 9:45.
Ai commenti che non riferiamo di Renato a fronte di questo ulteriore buco (da 11.5 milioni a quello che si raccatterà dall’asta per il Baronio) aggiungiamo noi solo un’annotazione: l’addetto alla vendita designato dal giudice è il notaio Francesca Boschetti, si proprio lei, la professionista che redigeva, seguendo le orme del padre, anche i verbali delle assemblee zoniniane e successive tra cui quella del 5 marzo 2016 con Stefano Dolcetta presidente e Francesco Iorio amministratore delegato.
Il dg e ad Iorio promise quel giorno che la banca avrebbe risarcito “adeguatamente” gli scavalcati (qui la documentazione inoppugnabile del nostro video) ma la frase fu verbalizzata diversamente dal (dalla?) notaio, ragion per cui l’avv. Bertelle la denunciò, non ottenendo giustizia dalle autorità competenti ma trovando piena conferma dagli stessi Zonin, ex presidente, e Paolo Cauduro, all’epoca dg di Banca Nuova, nel colloquio avvenuto tra di loro a Palermo il 1° giugno 2016 e agli atti della procura…