Nelle basi Militari USA a Vicenza missili V-Shorad: in una nota le preoccupazioni di una serie di associazioni e cittadini

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V-Shorad: missili a corto raggio per soldati USA a Vicenza (archivio)
V-Shorad: missili a corto raggio per soldati USA a Vicenza (archivio)

A seguito dello “stoccaggio” nelle basi militari Usa a Vicenza di una batteria di
missili V-Shorad” (Very Short range air defense), prodotta per neutralizzare le minacce aeree a bassa quota, ma non solo – scrivono nella nota che di seguito illustriamo le associazioni e cittadini che si firmano in fondo nel documento – il Governo degli USA, sia in Italia che in Europa, sta aumentando gli armamenti da inviare e schierare in Ucraina, con l’appoggio totale del governo della Presidente del Consiglio che, all’interno della NATO, sostiene l’escalation e le azioni di intensificazione militare.

Qualche settimana fa – si legge nella nota -, il Governo italiano ha autorizzato l’Esercito Militare Statunitense (U.S. Army) a procedere con lo stoccaggio nelle basi militari USA a Vicenza di una batteria di missili “V-Shorad” (Very Short Range Air Defense), prodotta per neutralizzare le minacce aeree a bassa quota. Il Governo degli USA, sia in Italia che in Europa, sta aumentando l’artiglieria da inviare e schierare in Ucraina, con l’appoggio totale della Presidente del Consiglio, che all’interno della NATO sostiene l’escalation e le azioni di intensificazione militare.

Durante il recente summit NATO a Washington, la Presidente Meloni ha dato il via libera all’aumento della spesa pubblica interna per la spesa militare e di difesa pari al 2% del PIL.

Prendiamo atto anche delle continue raccomandazioni dell’UNESCO e di ICOMOS (organismo consultivo del Comitato del Patrimonio Mondiale UNESCO sui siti culturali) che insiste da anni per conoscere con precisione le classi di rischio del trasporto in città (di Vicenza) di merci e materiali pericolosi, tra cui i missili V-Shorad, e sull’implementazione di un piano di gestione per strategie di mitigazione per ridurre i rischi associati. Il Comando SETAF della Caserma ex Dal Molin non fornisce tutte le informazioni necessarie nemmeno al Sindaco, nonostante lo stato di allarme nelle basi statunitensi sia ora a livello “Charlie”, ovvero il secondo stato di allarme terroristico più alto.

Esprimiamo quindi tutta la nostra preoccupazione e il nostro sgomento:
– per l’aumento delle spese militari a fronte di tagli o mancati investimenti in sanità, istruzione, sociale e ambiente;
– per il continuo ricorso alla guerra con l’invio di armi nei teatri di guerra per risolvere le controversie internazionali;
– per la rincorsa al riarmo che aumenta l’insicurezza tra gli stati e una corsa globale e generalizzata agli armamenti;
– per la mancanza della via diplomatica alla risoluzione del conflitto, con l’assenza di un investimento politico ed economico nei processi negoziali alla pace, tanto necessari quanto previsti dalla nostra costituzione;
– per la mancanza di un ministero per la Difesa Civile non armata e nonviolenta e il finanziamento di attività di Corpi Civili di Pace per promuovere e lavorare ad una pace giusta e duratura;
– per la mancata trasparenza e per la difficoltà di accesso a informazioni cruciali per richiedere indagini e attuare scelte politiche consapevoli;
– per la mancanza di comunicazione di informazioni sensibili al Sindaco di Vicenza, primo responsabile dell’incolumità pubblica e della sicurezza urbana;
– per la forte e continua militarizzazione della Città di Vicenza, con tutto il grave impatto negativo dal punto di vista ambientale, sociale, culturale, economico e per la sicurezza, vista gli stati di allarme terroristico;
– per l’uso della città di Vicenza a fini militari statunitensi senza un monitoraggio costante attivabile, ad esempio, con i Corpi Europei di Solidarietà.

Chiediamo con determinazione e urgenza:
– di recuperare il senso originario del “Parco della Pace di Vicenza”, come luogo fortemente simbolico nato dalla compensazione alla costruzione dell’ex Dal Molin, attuata con l’assegnazione da parte del demanio militare al Comune di Vicenza;
– di rivendicare Vicenza, meglio se il Parco della Pace, come luogo internazionale di studio e ricerca per la pace e il disarmo, per favorire la prevenzione dei conflitti armati nelle aree a rischio, la difesa civile e la mediazione nei conflitti, la riconciliazione nelle zone post-conflitto, la promozione dei diritti umani e della solidarietà internazionale, l’educazione alla pace nel mondo, con un monitoraggio sulle lobby dell’industria bellica.

Vale la pena ricordare la posizione forte e chiara espressa dall’articolo 11 della nostra Costituzione: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.”

**Firmatari:**
– Mir
– SìAmo Vicenza
– Movimento NonViolento
– Salaam Ragazzi per l’Olivo
– Pax Christi
– Comitato Promotore Terza Marcia Mondiale Italia
– Gocce di Giustizia
– Presidio Libera “Ilaria Alpi e Miran Hrovatin” dell’Altopiano dei Sette Comuni
– Il Gruppo per la pace della Rete Italiana Villaggi Ecologici
– Anpi Vicenza
– Cgil Vicenza
– Ass. Occhi Aperti per Costruire Giustizia
– Ancis Aureliano Onlus Ets
– Gruppo “STOP BORDER VIOLENCE”

**Firmatari individuali:**
– Anna Maria Osnaghi
– Silvia Galiano
– Claudio Parentela
– Flavio Greco
– Alfredo Camozzi
– Giglia Bitassi
– Lidia Parma
– Giulia Fattori
– Cristiana Venturi
– Sofia Battisti
– Matilda Pappalardo
– Ada Verlato
– Armando Pappalardo
– Francesco Verlato
– Margherita Verlato
– Rita Mita
– Gabriella Cappellotto
– Rossana Morandini
– Silva Rusich
– Luciana Cappellari
– Carlo Basso