Il ripristino della colonna della Basilica palladiana di Vicenza, imbrattata il 23 luglio con vernice di colore rosso all’angolo tra piazza dei Signori e piazzetta Palladio, è partito giovedì mattina del 10 agosto, dopo il via libera arrivato nei giorni scorsi dalla Soprintendenza e dalla Procura della Repubblica, che ha in carico il fascicolo della polizia giudiziaria.
Il Comune fa sapere che l’intervento è affidato ad Amcps ma è realizzato dalla ditta di Thiene specializzata in restauro Athena Restauri. All’opera ci sono già due restauratori (nel video) impegnati nella rimozione, con prodotti e tecniche approvate dalla Soprintendenza, della vernice. “C’erano passanti che temevano fossero nuovi imbrattatori“, ha scherzato stamattina il sindaco Giacomo Possamai.
Il ripristino si concluderà nel giro di alcuni giorni e avrà un costo di circa 1800 euro. Costo del ripristino che per ora verrà assunto dall’amministrazione comunale, “ma stiamo interloquendo con le istituzioni americane per capire come far risarcire la spesa e soprattutto quali attività avviare con i militari a favore della città”, ha spiegato il sindaco.
“Ringrazio la Soprintendenza – aggiunge Possamai – che in tempi rapidi aveva dato l’ok all’intervento, e la Procura della Repubblica, il cui nullaosta per procedere alla pulizia del graffito oggetto di un’inchiesta penale è arrivato ieri. Già questa mattina abbiamo dato il via all’intervento di pulizia, che prevede prima l’utilizzo di un solvente per diluire la vernice e poi una lieve sabbiatura per farla scomparire definitivamente”.
Il Comune spiega l’imbrattamento della Basilica palladiana
“Dopo il depolorevole gesto compiuto da due militari della base americana Del Din, ci eravamo impegnati per riportare presto al suo antico splendore la colonna della Basilica e fra due giorni sarà così”.
A compiere l’imbrattamento nella notte di domenica 23 luglio erano state due persone di nazionalità americana in servizio alla caserma Del Din, identificate il 28 luglio, grazie alle telecamere di videosorveglianza, dalle indagini condotte da polizia locale, nucleo Carabinieri della Setaf e U.S. Department of the Army Criminal Investigation Division.
Denunciati per il reato penale di imbrattamento di beni culturali, i due responsabili rischiano la reclusione dai 6 mesi a 3 anni e una multa da 1500 a 10000 euro.