Ripartire dalla città-museo. Far riappropriare i Vicentini dell’orgoglio della propria storia a partire dalla bellezza della città e dei suoi monumenti, e poi raccontarne le eccellenze con grandi mostre dedicate al territorio.
E’ partita da qui, questa mattina a palazzo Trissino, la presentazione del ciclo triennale di grandi mostre che rilanceranno la Basilica palladiana come monumento nazionale e cuore dell’identità culturale della città.
Vicenza è unica al mondo per essere stata disegnata da un solo architetto, Andrea Palladio. Visitarla significa “vedere” il Rinascimento, immergersi nella città ideale sognata dai suoi architetti. Per di più, ha le dimensioni di un museo: il corso principale di Vicenza è lungo quanto un’ala del Louvre.
La Basilica Palladiana è senza dubbio il simbolo della città, nata nel Cinquecento dall’alleanza fra un’imprenditoria colta e cosmopolita e il genio di Andrea Palladio. Il rilancio della città parte dalla Basilica, d’ora in poi aperta tutto l’anno al pari del Teatro Olimpico e degli altri musei vicentini, visitabile dai sotterranei del percorso archeologico fino alla terrazza panoramica al di sopra del secondo ordine di arcate.
Nella ritrovata “casa dei vicentini” prende avvio un ambizioso programma di grandi eventi espositivi che non sono calati dall’alto sulla città, ma che partono da Vicenza e dal suo passato per raccontare storie universali; e che sono realizzati da istituzioni culturali della città, con il Comune a capofila.
“Abbiamo chiesto al Teatro Comunale e al CISA Andrea Palladio – sottolinea il sindaco Francesco Rucco – di sviluppare un programma espositivo, lavorando con giovani talenti dai grandi musei internazionali, dal Getty Museum di Los Angeles al Museo Egizio di Torino, dalla St. Andrews University di Edimburgo a Ca’ Foscari Venezia, dalla Fondazione Cini alla Frick Collection di New York e al Victoria and Albert di Londra”.
Il primo appuntamento è per fine 2019. In Basilica, dal 6 dicembre 2019 al 13 aprile 2020, andrà in scena, in collaborazione con l’Accademia Olimpica, “Anni Venti. Una donna moderna. Lo sguardo di Ubaldo Oppi”, mostra curata da Stefania Portinari.
Dal 5 dicembre 2020 al 5 aprile 2021, sarà la volta di “Rinascimento privato”, per la curatela di Guido Beltramini, Davide Gasparotto e Xavier Salomon.
Chiude il ciclo, dall’11 dicembre 2021 al 18 aprile 2022, “Tebe nel Nuovo Regno”, affidata a Christian Greco.
Tre mostre che, negli obiettivi degli organizzatori e dei curatori, sanno coniugare il rigore scientifico alla originalità e all’attrattività. Caratteristiche che possono coinvolgere un pubblico vasto, motivandolo a scoprire la magnifica città per cui sono state concepite.
E la Basilica Palladiana, “la più bella sede espositiva dell’intero Mediterraneo”, non sarà più annullata come si trattasse di un contenitore qualsiasi: l’allestimento – assicurano gli organizzatori – sarà progettato in armonia con lo spazio interno, facendone un efficace alleato della bellezza dell’esposizione. E anche durante le mostre, ai visitatori sarà concessa la visita del grande Salone, come impone il suo riconoscimento come monumento nazionale.