Ieri sera, verso le 21.30, al numero di emergenza 112 Carabinieri, una 45enne italiana ha chiesto aiuto, perché il compagno convivente, un 35enne magrebino, l’aveva picchiata. Nell’arco di pochi minuti, una Gazzella della Sezione Radiomobile dei Carabinieri di Bassano, ha raggiunto l’indirizzo indicato e notava uscire, dalla palazzina, l’uomo indicato dalla richiedente. Questi era visibilmente agitato ed è stato fermato dai militari intervenuti senza opporre resistenza. Si prendevano poi contatti con la donna che era molto scossa e provata, tanto che impiegava un po’ a convincersi che fuori alla porta della sua abitazione, c’erano solo i carabinieri e che quindi, poteva aprire. Subito i militari notavano dei segni sul viso e l’appartamento in disordine. La vittima ha raccontato che non era il primo episodio di violenza che subiva, che in passato si era recata più volte al pronto soccorso ma che non aveva mai avuto il coraggio di denunciare il compagno, perché intimorita dalle sue minacce di ritorsione e di ulteriori violenze sia fisiche che psicologiche. Questa volta però, non è riuscita a sopportare l’ennesima aggressione fisica. Tra l’altro, in questa occasione, l’anziana madre di lei, tentava di frapporsi tra i due ma veniva insultata e spintonata e solo per un caso fortuito, non si è fatta male.
Entrambe impaurite, hanno dichiarato di temere per la loro vita anche perché l’uomo, una volta spinto fuori dell’appartamento, aveva tentato di sfondare la porta con calci e pugni e solo vedendo i carabinieri arrivare, desisteva dall’intento. Successivamente, i militari sentivano le dichiarazioni dello stesso, il quale dichiarava che le donne esageravano, che non era stato affatto aggressivo, cercando appunto di riportare i fatti nell’ambito di una banale discussione familiare.
Ricostruiti i fatti, la donna è stata accompagnata in ospedale dove veniva refertata con 5 gg di prognosi s.c., mentre l’uomo, sentito il P.M. di turno, Dssa Alessandra Block, della Procura di Vicenza, è stato dichiarato in stato di arresto per maltrattamenti in famiglia e lesioni personali e condotti presso la sua residenza in regime di detenzione domiciliare.