“Basta un minuto del suo tempo per aiutarci a migliorare”. Ce lo chiede Stefano Barrese di Intesa Sanpaolo e glielo dedichiamo noi che… non siamo da tempo clienti BPVi: noi non siamo stati comprati a 1 nano centesimo

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Basta un minuto del suo tempo per aiutarci a migliorare. Gentile Giovanni, con il completamento dell’integrazione informatica, anche lei è a tutti gli effetti cliente Intesa Sanpaolo. E’ stata un’attività complessa e delicata, indispensabile per poter offrire ai nostri nuovi clienti tutti i prodotti e i servizi del Gruppo. Per questo le chiediamo di aiutarci a migliorare ancora la qualità dei nostri servizi, rispondendo a una semplice domanda. Grazie per il suo tempo. Stefano Barrese. Responsabile Divisione Banca dei Territori. Intesa Sanpaolo“: Questa cortesissima mail ci è appena arrivata dalla stessa Intesa Sanpaolo che non risponde da tempo alle nostre domande su casi scomodi fatte tramite la nostra mail professionale.


Se sui fidi multipli non mantenuti agli affidati dalle due banche venete acquistate per la parte buona a un euro, in contrasto con le dichiarazioni roboanti a favore dei clienti vicentini ex BPVi, se sul rifiuto di documenti a clienti obbligazionisti della ex BPVi, se sui costi nascosti delle card che devono rinnovare sempre i vecchi e poveri, in tutti i sensi, correntisti della Popolare non ci arrivano da tempo risposte sulla nostra mail giornalistica,  ebbene oggi addirittura Stefano Barrese, Responsabile Divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo (nela foto con Gabriele Piccini, ex vide dg BPVi), ci chiede, sulla nostra mail personale, un minuto per aiutarlo “a migliorare“.

Eccolo il minuto di tempo chiestoci: io personalmente e la società che rappresento, editrice di questi media, entrambe entità raggiunte prima con la mia mail personale e non professionale, non siamo più correntisti della BPVi da febbraio 2016, quando chiudemmo i nostri conti per un senso di “rifiuto” etico di quello che stava succedendo nella banca di Gianni Zonin e che, senza farci comprare, denunciavamo dal 13 agosto 2010.

Ora che l’Istituto che spendendo un euro e guadagnandoci già 3.8 miliardi con le due venete, per i soldi cash ricevuti dallo Stato, ci invii una mail come clienti non esistenti ci fa pensare, insieme a tante notizie già letet alrove, che l’integrazione informatica non sia da quella grande banca che Intesa, con l’aiuto dello Stato e nel disinteresse per le perdite dei soci ex BPVi, vuole apparire.

Ed eccolo, alla fine, l’aiuto a migliorare: dopo le 4.000 persone mandate a casa dopo l’acquisto da 50 cent della BPVi e dopo l’annuncio che la stessa sorte sarà riservata ad altri 9.000 dipendenti, forse è il caso che qualcuno di questi dipendenti rimanga per spedire le mail con un minimo di controllo e senza invadere la privacy di chi non è vostro cliente, nè diretto nè “comprato” per qualche nano centesimo (50 cent divisi per i più di dieci milioni di clienti acquistai a quell’importo…).

A proposito: la domanda finale che faceva Barrese nella  sua mail era: “Sulla base della tua esperienza, consiglieresti Intesa Sanpaolo a un parente o conoscente? Dai il tuo voto, scegli una delle faccine“.

Beh rispondete voi per noi, che non siamo clienti.

Per niente Molto