Batterio killer a Verona, Zaia manda carte in procura. Salvini parla solo di migranti. Ma se fosse successo a Napoli?

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Zaia, Salvini e il batterio killer
Zaia, Salvini e il batterio killer

Non spetta a noi giudicare, la Procura faccia prima che può. Penso che la relazione sia assolutamente chiara e lapidaria. Attendiamo la controdeduzione dell’Azienda ospedaliera  perché siamo in uno stato di diritto. Dopodiché assumeremo tutte le decisioni che ci competono e che saranno necessarie. Siamo davanti a un’infezione ospedaliera con uno dei batteri più terribili. Può accadere che negli ospedali ci siano infezioni temporanee, circoscritte, che si vanno a spegnere, ma questa è una storia che si è trascinata per mesi se non per anni. Ho chiesto al direttore dell’Azienda ospedaliera di valutare tutte le misure possibili e necessarie in via di autotutela, anche verso gli attori della vicenda. Sul personale ogni decisione va decisa dall’Azienda, non sono dipendenti diretti della Regione. Noi abbiamo chiesto che si intervenga“. Sono queste le parole, riportate oggi dall’Ansa, del presidente della Regione Veneto Luca Zaia sul caso del batterio killer a Verona, originato nel tubo del rubinetto di un lavandino, che, nel periodo dal 2015 al luglio scorso, ha provocato la morte di 4 neonati, gravi menomazioni neurologiche per altri 9 e l’infezione di altri 96 bambini.

Un caso portato sotto i riflettori dei giudici e dei media anche grazie alla tenacia della giovane mamma di Peschiera Francesca Frezza, che ha inscenato una protesta davanti al Borgo Trento: “l’autorevole relazione commissionata dalla Regione Veneto e consegnata ieri conferma che mia figlia Nina ed altri 3 bambini sono morti per “scarsa igiene” – scrive su Facebook -.  9 bambini cerebrolesi e 96 bambini infettati da Citrobacter. Fino a quando non vedo le dimissioni dei responsabili, Dott. Paolo Biban, Direttore sanitario Chiara Bovo, Dott. Franchi e Dott. Cobello da qui non me ne vado“.

Il caso di Verona ha fatto da triste sfondo, quest’estate, al tragicomico episodio del leader della Lega Matteo Salvini che mangiava ciliegie mentre Zaia, suo compagno di partito, illustrava la situazione. Oggi, guardando la pagina Facebook dell’ex ministro dell’Interno e leader di un Carroccio sempre più sganciato dal Nord, 3 post su 4 riguardano gli sbarchi di migranti. Eppure, se il batterio killer avesse ucciso 4 neonati, provocato gravi lesioni ad altri 9 infettandone 96 in un grande ospedale di Napoli, non pensate che Salvini avrebbe chiesto immediatamente le dimissioni del presidente campano De Luca? A pensar male si fa peccato, però…

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