Parlano Beatrice Lanaro e Marisa D’Elia, autiste autobus Svt: “un pensionato si è rifiutato di salire”

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Un autobus SVT
Un autobus SVT

Pochi giorni prima del tentato stupro, avevamo pubblicato un articolo sulle donne autiste Svt intitolato “L’autista non è mestiere per donna? A Vicenza sugli autobus pubblici 394 autisti uomini e solo 10 donne”. Oggi 5 giugno sul GdV è uscito un articolo di Valentino Gonzato dal titolo “Donne alla guida degli autobus Sono solo 10 su 394 conducenti” nel quale parlano due conducenti vicentine, Beatrice Lanaro e Marisa D’Elia.

Ancora adesso qualcuno rimane sorpreso quando sale sul bus e ti guarda come se fossi un extraterrestre. Poi, però, prima di scendere ti dicono che sei brava. È una cosa che ti gratifica di tutta la giornata anche se il nostro lavoro non è proprio femminile“, hanno raccontato al giornalista.

“Sono rimasta basita come tutti quanti, quando ho letto la notizia – spiega Beatrice sulla terribile vicenda accaduta alla collega – Fortunatamente è intervenuto un pensionato a difenderla. Secondo me bisogna evitare i capolinea isolati, sarebbe la cosa migliore. Personalmente non ho mai avuto problemi, ma queste cose ti fanno pensare. Anche perché è capitato di giorno. Finora i problemi li hanno avuti soprattutto i controllori con i viaggiatori che non vogliono pagare“.

“Il lavoro è sempre quello – spiega invece Marisa – ma è cambia il mondo. L’autobus è il mezzo più comune, poi dipende dagli orari: alla mattina ci sono soprattutto studenti e gente che va a lavorare, ma alla sera si trova un po’ di tutto. Ubriaconi, sbandati. Mi sono capitati episodi spiacevoli, ma niente di grave fortunatamente. Purtroppo fa parte del pacchetto. Ormai, dopo tanti anni, riesci a capire se la persona che hai di fronte può diventare pericolosa. Bisogna evitare di andare allo scontro. Comunque anche gli uomini sono soggetti al pericolo, ma di solito la gente se ne approfitta quando vede una donna“.

“Una volta un pensionato – ricorda Beatrice – quando mi ha vista, ha detto: «Vabbé, aspetto il prossimo». Io mi sono messa a ridere».

Ma arrivano anche i complimenti, soprattutto dalle persone anziane:

Prima di scendere ci dicono che abbiamo una guida forse ancora più attenta di quella dei maschi e che abbiamo il piede più morbido sul pedale del freno. È molto gratificante“, concludono entrambe.