Bellesia, in pensione l’arbitro silenzioso che per 34 anni ha tenuto in ordine i conti di Vicenza: “Ho firmato solo ciò che era giusto”

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Mauro Bellesia salutato dal sindaco Giacomo Possami e da tutta Sala Bernarda
Mauro Bellesia salutato dal sindaco Giacomo Possami e da tutta Sala Bernarda

Applausi sinceri e attestati di stima questa mattina in sala Bernarda per il pensionamento di Mauro Bellesia, storico dirigente del Comune di Vicenza, che lascia il servizio alla ragioneria generale dopo decenni di attività in silenzioso ma determinato presidio dei bilanci dell’ente. In un’epoca di slogan e visibilità a tutti i costi, il suo è stato il profilo dell’arbitro che preferisce non far parlare di sé: una figura tecnica che ha attraversato amministrazioni di ogni colore politico, lasciando però un segno tangibile, spesso invisibile ai più, ma fondamentale per il buon funzionamento della macchina comunale.

L’applauso di tutta sala Bernarda a Mauro Bellesia
L’applauso di tutta sala Bernarda a Mauro Bellesia

Mauro Bellesia, nato nel 1957 a Vicenza, dove ha poi svolto tutta la sua carriera professionale all’interno del Comune, è laureato in Economia e Commercio e ha conseguito l’abilitazione da revisore dei conti. La sua formazione lo ha portato a specializzarsi nella contabilità pubblica, ambito nel quale ha maturato decenni di esperienza come dirigente del settore finanziario del Comune di Vicenza.

Mauro Bellesia premiato dal sindaco Giacomo Possamai
Mauro Bellesia premiato dal sindaco Giacomo Possamai

«Io vi ringrazio, davvero», ha detto Bellesia nel suo discorso rivolgendosi al Condiglio, ai collaboratori e ai cittadini, con emozione ma anche con la lucidità di chi ha sempre fatto del rigore e della sobrietà, da civil servant, uno stile di vita amministrativa come gli ha doverosamente riconosciuto il sindaco pro tempore Giacomo Possamai mentes gli consegnava una pergamena d’onore, lui che nasceva dopo l’entrata in servizio di Bellesia.

«Io vi ringrazio, davvero. Vedete, ho sempre interpretato un po’ il mio ruolo come quello dell’arbitro che non fa mai parlare di sé. L’arbitro che dirige tecnicamente la partita ma senza fare il protagonista, perché se non si parla di lui vuol dire che è andata bene. Ecco, questo era un po’ il senso che ho cercato di dare anche negli ultimi giorni, per cui vi ringrazio ancora.

Sono molto contento, perché se guardo indietro, penso che in questi anni ho sempre firmato per gli altri. E una delle mie mete iniziali era proprio questa: firmare, sottoscrivere cose giuste, utili, corrette.

Ricordo momenti complicati, come quando arrivò l’ispezione del MEF nel 2010 o nel 2012. È stato un po’ come quando ti arriva la Guardia di Finanza: si siede lì, resta tre mesi e vuole controllare tutto. Perfino le password dei computer. Uscire bene da esperienze come quelle è una soddisfazione. Anche grazie agli amministratori, ai colleghi, che hanno condiviso il mio modo di operare.

Ci sono stati anche i tempi difficili dei derivati, degli swap – non so se qualcuno di voi se lo ricorda – e lì siamo stati fermi. Abbiamo resistito. Poi è arrivato anche il periodo terribile del COVID, insomma…

Tutti voi sapete quanto ci tenevo a far girare bene i quattrini qui, a Vicenza. Ho attraversato diverse amministrazioni: quella di Achille Variati, poi Marino Quaresimin, quindi Enrico Hüllweck, di nuovo Variati, poi Francesco Rucco e ora Giacomo Possamai… ne ho viste tante, insomma.

Negli ultimi due anni ho cercato di mettere ordine nei bilanci storici di Vicenza, di sistemare quello che si poteva ricostruire. Ovviamente, negli ultimi 10 o 15 anni, la struttura era già impostata, ma prima no. Prima bisognava sperimentare.

Oggi c’è il sito con tutti i bilanci della storia di Vicenza in pdf, mancano giusto un paio d’anni. Anche questa è una testimonianza della storia positiva della città.

Ecco, questa è la mia ultima “chicca” che regalo a Vicenza– come dire – e mi fa davvero piacere condividerla».

Un addio misurato, coerente con lo stile di un dirigente che ha lasciato traccia con discrezione. E che ora, senza più password…  da difendere, può finalmente godersi un meritato riposo.