Benedetta Ghiotto: “La mia maturità in Sala Bernarda. Fermata dai vigilanti all’entrata in Consiglio comunale: ingannati dalla mia giovane età”

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Benedetta Ghiotto, consigliere comunale Civici per Possamai
Benedetta Ghiotto, consigliere comunale Civici per Possamai

(Articolo della giovane consigliere comunale Benedetta Ghiotto da Vicenza Più Viva n.2 ottobre-novembre 2023, sul web per gli abbonati tutti i numeri, ndr).

Il 19 giugno mi dirigevo al mio primo consiglio comunale in compagnia di un amico indossando la camicia che pochi giorni dopo avrei usato per sostenere l’orale di maturità. Giunti in prossimità dell’anticamera della sala, tre vigilanti ci hanno fermato comunicandoci che gli spettatori dovevano attendere per entrare. Abbiamo sorriso e poi, un po’ imbarazzata, ho spiegato di non essere una spettatrice. Così si è aperto il mio primo giorno da consigliera comunale. In quelle tre ore si sono susseguiti una serie di interventi nel quale il fil rouge conduceva alla parola cambiamento, in questo momento solo una vox media: può assumere accezione positiva o negativa a seconda del nostro operato. Questa considerazione nella mia testa è risuonata come un monito a non sedermi sugli allori della vittoria elettorale facendomi sperimentare una responsabilità nuova non solo verso me stessa o una ristretta cerchia di persone ma verso una comunità di cittadini complessa.
Il 27 luglio il secondo consiglio comunale con colleghi con anni di esperienza si è dipanato per otto ore con interrogazioni, discussioni sulle linee programmatiche, risposte alle domande di attualità fino agli ordini del giorno. Questi ultimi sono funzionali a porre l’accento su una data questione non esplicitata nelle linee programmatiche ma in continuità con esse. In questa occasione anche io ho presentato il mio primo ODG che voleva portare l’attenzione del consiglio comunale su una realtà: in molti quartieri manca una piazza o quella che c’è è abbandonata. Realizzare una piazza o riqualificarne una esistente permetterebbe a ogni quartiere di avere un luogo per socialità, scambio economico, iniziative culturali e chissà, un giorno, per alcuni eventi che si svolgono ora solo in centro. Nel mio quartiere, San Pio X, un esempio della mancanza di un luogo comune si vede in piazzetta Fabiani ravvivata solo dal mercato del venerdì ma poi un parcheggio per il resto della settimana.
Lo spazio per nuove piazze si può trovare dirimpetto alle scuole. Ad esempio, sempre a San Pio X, via Palemone, su cui si affacciano la scuola materna B. Dalla Scola, quella elementare Tiepolo e le medie Barolini è diventata una strada più stretta con il limite dei 30 km/h, affiancata da un’ampia pista ciclo-pedonale che garantisce una qualche socialità durante il giorno. Ho portato due esempi di San Pio X, perché, essendo il mio quartiere, è quello che conosco meglio ma anche perché credo sia un caso esemplificativo.
San Pio X nasce come quartiere popolare ma negli anni ’80 è abbandonato al degrado divenendo una delle maggiori piazze di spaccio in città.
Tuttavia, nel tempo la vita al suo interno è cambiata e la nomea non lo rappresenta più perché negli anni è stato rivitalizzato con la creazione di luoghi di socialità. Si pensi alla grande partecipazione da parte di ragazzi e ragazze da tutta Vicenza alle attività sportive della storica società Altair, in periodo estivo ai tornei di beach volley o ai centri estivi in piscina per i giovanissimi, di cui sono animatrice, che garantiscono un pomeriggio o più di svago durante la settimana, al mercato che è tra i più frequentati in città.
Personalmente, alla luce dei grandi passi avanti compiuti dal mio quartiere, credo che la chiave per rendere una zona sicura si ritrovi proprio nell’aggettivo stesso: si-cura giorno
dopo giorno con costanza e attenzione.
Il mio ODG è, quindi, passato non solo con i voti della maggioranza ma anche, e ne sono ancora più soddisfatta, con quelli dell’opposizione che ha convenuto sulla necessità di reinvestire sui quartieri e sulla socialità dei cittadini che li abitano, negli ultimi anni lasciati a sé stessi.
Varcare la soglia di Palazzo Trissino a meno di vent’anni e con il numero di matricola appena appuntato sul petto non sarà facile ma non può e non deve essere facile. Forse, investirmi di questa responsabilità ieri come oggi è stato ed è per me il vero esame di maturità.

Benedetta Ghiotto, consigliere
comunale Civici per Possamai