Beneficenza un tot al chilo di Prix e “spot” di Zaia e Donazzan per Franceschi e Mezzalira: dopo Covid più buoni… al market e a S. Pietro?

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Pasta donata da Prix
Pasta donata da Prix

Mentre infuriava l’emergenza Coronavirus, sulle cui origini e, soprattutto, sui cui reali e non gonfiati effetti c’è ancora tutto scoprire, era tutto un coro di “alla fine saremo tutti migliori“.

Sono tanti i fatti che smentiscono drammaticamente quella speranzosa previsione: dal caso emblematico a livello nazionale, senza entrare nel merito delle indagini in corso, del business delle mascherine commissionate anche dal settore pubblico a una neonata società di Irene Pivetti (ex presidente della Camera in quota lega), che le vendeva a circa tre auro ai grossisti che le passava alle farmacie a circa sei per farle acquistare dai poveri italiani a quasi 12 euro (reati possibili a parte è etica questa escalation dei prezzi?) si arriva all’operatrice sanitaria che rubava i cosiddetti DPI (Dispositivi di Protezione Individuale, alias mascherine e guanti) per cedergli a un cosiddetto imprenditore (sciacallo?) e guadagnava i soldi per comprarsi borse Prada.

Senza valicare i confini regionali sul tema c’è stato, poi, il “darsi da fare” di nostri prestigiosi rappresentati regionali per la produzione (bravi) e la promozione (discutibile) di brand che quei prodotti li lanciavano grazie all’attenzione mediatica suscitata da donazioni tutt’altro che disinteressate.

Alcuni esempi da note stampa e articoli?

Quello tipo assessorile può essere questo che ha coinvolto il gruppo Mezzalira e l’assessore Doanazzan: “Sitland, brand vicentino specializzato nella produzione di sedute per ufficio e contract, parte del gruppo industriale Mezzalira, di fronte all’emergenza Coronavirus, ha avviato un percorso di riconversione della produzione per la realizzazione di mascherine protettive lavabili; l’azienda si è resa protagonista inoltre di una prima importante donazione di mascherine, iniziativa per la quale sono state coinvolte le istituzioni regionali, quali l’Assessore Regionale all’Istruzione, Elena Donazzan, e alcuni sindaci locali (Ulisse Borotto, sindaco del Comune di Nanto, Luca Cavinato, sindaco di Castegnero, Cristiano Pretto, sindaco di Barbarano Mossano), che martedì 5 maggio sono stati ospiti di Sitland in azienda“.

Quello “governatoriale” è la donazione alla Regione Veneto di due milioni di mascherine, in fase di pre commercializzazione, da parte di Grafica Veneta, che è nota per i libri stampati per tutto il mondo tra cui quelli della saga di Harry Potter.

mascherine Zaia Franceschi Lanzarin Bottacin
mascherine Zaia Franceschi Lanzarin Bottacin

Fabio Franceschi, che è titolare e presidente dell’azienda di Trebaseleghe, si dimostra, infatti, esperto avveduto di marketing con un evento, la classica donazione “esibita” a tutto spiano e non francescanamente, di gran lunga meno costoso di una campagna di lancio a pagamento sostituita dall’eco mediatica del “regalo” di due milioni di mascherine di “tessuto non tessuto” alla Regione. Durante la cerimonia di “donazione” Luca Zaia, Gianapaolo Bottacin e Manuela Lanzarin si fanno immortalare con i loro ampi sorrisi nascosti sotto le mascherine griffate regione (for Franceschi) dai fotografi e dagli operatori tv dei media che, poi, si lamentano che perdono pubblicità quando, invece, la regalano in questo modo… riverente.

Eppure quelle mascherine erano (e sono) tutto fuorché “anti virus” perché, per smentire anche una “osservazione” al riguardo da noi riportata, le dichiarazioni di Franceschi a Il Gazzettino non fanno che confermarla: «Tengo a precisare che le nostre mascherine filtranti hanno superato tutti i test, anche quelli non richiesti  dall’art. 16, comma 2 del Dl del 17 marzo 2020, n.18… Questa norma precisa che per la produzione di mascherine filtranti non è prevista alcuna certificazione specifica, tuttavia, per scrupolo e professionalità, Grafica Veneta ha comunque provveduto a farsi certificare attraverso primari laboratori di analisi sia la non citotossicità, sia l’essere non irritante per la pelle oltre che per la capacità di barriera microbica».

“Barriera microbica” conferma e non smentisce lo stesso Franceschi, quindi, per le sue mascherine promosse da Zaia & c. in era di lotta a un virus non filtrabile da quelle mascherine come precisa l’Istituito superiore della Sanità: “i batteri sono dei microrganismi unicellulari (formati da una sola cellula), sono più grandi dei virus…“.

Ma torniamo alla questione delle donazioni non certo caritatevoli e anonime, come dovrebbero essere quelle che nascessero da sentimenti di amore verso i “bisognosi” di doni e non da studi di marketing e di esibizionistiche pubbliche relazioni.

Ebbene, tra le tantissime donazioni “Sì profit”, ne segnaliamo una per tutte, quella di Prix, la catena di supermercati low cost della famiglia Fosser che con una serie di pagine promozionali sul almeno GdV e su Il Gazzettino, come ci segnala un lettore, pubblicizzava nella prima metà di maggio la donazione, tramite le Caritas del Triveneto e alcune lombarde, di “quattrocento quintali di pasta” ai più bisognosi ovviamente, non dimenticando, altrettanto ovviamente, di pubblicizzare nel testo lo sconto a chi avrebbe comprato articoli presso i suoi supermarket con i buoni spesa comunali.

Generosità pelosa, visto che il bene che si fa non andrebbe sbandierato ai 4 venti” commenta il nostro lettore che, poi, non manca di lanciare un’altra sferzatina ai doni da campagna “compri 2 e paghi 1“: “tuttavia Prix cambia idea nell’arco di tre righe, leggere per credere!“.

Cosa? Se nel titolo si parla di 400 quintali di pasta, nel testo questi crollano a… 400 chili.

Se non fosse un errore, cosa più che certa, potrebbe essere una campagna “pubblicizzo 100, dono 1” per tagliare i costi, perché se, ce lo dice sempre il nostro lettore evidentemente anche attento consumatore, “un chilo di pasta costa 70 centesimi al consumatore finale, 400 quintali equivalgono a circa 2.800 euro mentre una pagina di GdV costa, scontata, circa millecinquecento e una sul Gazzettino 2.000 euro…”.

Senza fare nostra la battuta che, pubblicizzando 400 quintali di dono e regalando solo 400 chili di pasta, Prix avrebbe recuperato 2500 euro del costo della campagna “fake gift” (falso dono), salta all’occhio di tutti che la catena vicentina di supermarket per rendere noto il suo dono ha speso più che per il dono stesso…

Un atteggiamento solo dei Fosser, che ovviamente come Franceschi e Mezzalira regalano anche mascherine, o anche di altri?

Purtroppo anche di tanti altri più buoni, da supermarket?, dopo il Coronavirus come il “Vip” dei buoni, il Vaticano che, ultima, ma non l’ultima delle sue imprese, investe con finanzieri come Mincione, tristemente noto anche ai soci azzerati da BPVi e Popolare di Bari, in immobili a Londra centinaia di milioni di euro dell’Obolo dei poveri di S. Pietro

Eppure certe strutture delle diocesi, ordini religiosi e associazioni che in forme e modi variegati fanno riferimento agli uffici e alle gerarchie ecclesiali italiane della Dei (C conferenza Episcopale Italiana) non pagano per le loro attività commerciali miliardi di Ici/Imu allo Stato italiano a caccia di fondi per i disastrati mentre Papa Francesco imperterrito continua a chiedere (evidentemente agli altri) di fare del bene…