É entrata nel partito dieci giorni fa, ma, come immaginavamo, Elena Donazzan comincia già a smuovere e agitare le acque tra i Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. Dopo l’uscita dalla maggioranza decisa dal direttivo FdI di Vicenza al completo, arriva Donazzan proprio in soccorso di Francesco Rucco e del suo golden boy, l’assessore Silvio Giovine.
Parole pesanti della sua figlioccia politica (ingrata, pensa da tempo lui) con destinatario il coordinatore Sergio Berlato, che a denti stretti aveva dato il via libera alla sua entrata in FdI, stoppando poi però l’ingresso di Giovine.
“Sono stupita e disorientata – commenta Donazzan -, non possiamo permettere che alcune ambizioni personali portino a discussioni dannose per la città e per i vicentini”.
“Ai Consiglieri comunali di Fratelli d’Italia – continua – chiedo senso di responsabilità, farò un appello ai vertici nazionali di Fratelli d’Italia affinché si metta fine al più presto a questa vicenda”.
Parole in libertà che gettano scompiglio nella “tregua” apparente della ormai storica rivalità tra Berlato e la new entry nell’emergente partito che alle ultime europee ha superato Forza Italia e in Veneto lo ha fatto anche, se non soprattutto, grazie al retroterra dell’ex europarlamentare in procinto di tornare a Bruxelles a Brexit attuata.
Una delle ipotesi politiche che si fanno più insistenti è che dietro l’inatteso allontanamento da parte di Rucco dell’assessore Isabella Dotto, pretoriana di Berlato, ci sia oltre a quello di mezza lega, quella di Da Re, un tentativo spalleggiato da Donazzan per tentare di diminuire l’influenza berlatiana in FdI, contando come leva sulla presenza di Giovine in giunta comunale.
La contromossa politica di Berlato ha spiazzato tutti: lui dice di non essere uscito dalla maggioranza ma di esserne stato scacciato proprio per queste manovre che non prevedevano la sua reazione, facile, però, da aspettarsi da parte di chi ha avuto la forza e il coraggio di denunciare, dall’interno del partito di Berlusconi, il sistema del doge Galan, nelle cui braccia finì proprio Donazzan strappando col suo inventore.
Non è escluso, anzi, che la maggioranza si ricompatti a Vicenza ma Berlato farà due conti: i primi, a breve a Vicenza entro il 31 luglio, su quanto di più il suo gruppo in crescita dovrà contare in Giunta, i secondi ancora più aritmetici, in Veneto alle europee del 2020, su quanti voti Donazzan saprà portare al partito.
“Siamo sicuri che alle regionali del prossimo anno – così il re dei cacciatori commentò l’ingresso della figliola prodiga – Elena Donazzan vorrà candidarsi per dimostrare qual è il bagaglio di consenso che porterà in termini di preferenze. Nel nostro partito vige la regola della meritocrazia”…