Il 26 febbraio 2019 Sergio Berlato, capo gruppo di Fratelli d’Italia in Regione Veneto, invitò e incontrò a palazzo Balbi tutte le associazioni e i vari rappresentanti delle vittime della banche, in primis quelle venete, ovviamente, e pubblicammo il video integrale dell’incontro, qui riproposto, e le conclusioni con questo titolo: “Fondo indennizzo risparmiatori, 17 (meno una) associazioni unite su mozione FdI: parta FIR ma interlocutore sia Tria”
La data del 16 febbraio 2019 fissata a Vicenza il 9 febbraio scorso da Luigi Di Maio e Matteo Salvini per emanare il decreto attuativo della legge 145/2018 istitutiva del Fir, che doveva concretizzarsi il 31 gennaio scorso, dopo vari slittamenti alternati a un numero incommensurabile di promesse e minacce tutte scritte con l’inchiostro simpatico (e da indirizzare a chi se non a loro stessi che non riescono a condurlo in porto in maniera compatibile con le normative?), sembrava finalmente trovare uno sbocco: quello non di un decreto attuativo ma di una legge da rifare con un decreto legge da inserire nel decreto crescita in via di emanazione, ma…
Ma, se sembrerebbe che anche questa ipotesi sia saltata beffando per l’ennesima volta trecentomila e passa risparmiatori gabbati dal sistema bancario-finanziario (oltre alle banche stesse Bankitalia, Consob, ministri, Commissione Europea ecc. ecc.), colpisce la contemporanea bocciatura da parte del Consiglio regionale del Veneto (con la Lega in maggioranza a incassare la complicità dei pentastellati minoranza in Veneto ma tutti insieme contro… i risparmiatori) della mozione elaborata con i risparmiatori da Sergio Berlato.
“Non è comprensibile per la sua meschinità – questo il succo del commento telefonico di Berlato – la motivazione di base che adducono coloro che prima delle politiche hanno blaterato di indennizzi di tutto a tutti e oggi, a Palazzo balbi, si trincerano dietro la volontà di non pronunciarsi su competenze del parlamento nazionale” (e costoro vorrebbero l’autonomia, ndr?!).
“Ma risulta, addirittura, assurdo che sia stato bocciato una semplice, non vincolante per Roma, anche se significativa, mozione con cui – fa notare Berlato, esponente di spicco della maggioranza ora anche numericamente con i neo consiglieri di FdI – avevo voluto sensibilizzare la politica regionale“. che – traduciamo noi – coi suoi vertici, leggasi Luca Zaia – non è stata capace neanche di produrre entro i tempi fissati la deliberata costituzione di parte civile contro Gianni Zonin & c.
Raccontarvi ulteriormente la “rabbia” di Berlato lo lasciamo ai commenti ufficiali che gli abbiamo consigliato di fare a freddo, dopo quelli durissimi che ci ha espresso al telefono e quelli secchi del suo post su FB, ma, per darvi il quadro completo di chi oggi avrebbe voluto una testimonianza diversa verso chi ha perso i suoi risparmi, utilizziamo le parole utilizzate dal consigliere Pd Claudio Sinigaglia, che aveva integrato la mozione di FdI e delle vittime delle banche.
Nella sua nota Sinigaglia dice: “I veneti truffati dalle Popolari, continuano ad essere presi in giro da Lega e Movimento Cinque Stelle, sia al Governo che in Consiglio regionale: per ottenere i doverosi rimborsi chissà quanto dovranno ancora aspettare. Un voto singolare, visto che la mozione era stata presentata da esponenti della stessa maggioranza, modificata con il nostro invito a eliminare, con il decreto attuativo, i due limiti attualmente previsti: la soglia di rimborso al 30% per gli azionisti e il tetto di 100mila euro. Il ristoro per le persone truffate deve essere totale, come previsto dalla legge 205 del 2017. Sono trascorsi quasi due mesi dalla passerella del duo Salvini-Di Maio a Vicenza: incontrando i risparmiatori avevano promesso che i decreti attuativi sarebbero stati pronti nel giro di una settimana e invece siamo sempre al palo. E oggi, addirittura, le stesse forze che governano a Roma, Lega e Cinque Stelle, in Consiglio regionale stoppano una mozione che chiede di tutelare le migliaia di persone vittime di un imbroglio. È una vera e propria presa in giro, altro che prima i veneti!”.
Avete altre parole, noi no…