“Banche, banchieri e sbancati”, l’autore Mazzaro in Bertoliana talvolta inciampa con Dato e Bertelle ma per Coltro è più aderente ai fatti di Gervasutti

244

Ieri sera, 20 febbraio 2020, in un incontro organizzato dalla Biblioteca Bertoliana la presidente Chiara Visentin, dopo aver porto i saluti del sindaco di Vicenza, assente per malattia, ha introdotto la presentazione di “Banche, banchieri e sbancati. La grande truffa dal Veneto al resto d’Italia”, il libro del giornalista Renzo Mazzaro, edito da Laterza.

Banche, banchieri e sbancati di Renzo Mazzaro
Banche, banchieri e sbancati di Renzo Mazzaro

Incentrato sulla storia del crac delle due banche popolari Venete, BPVi e Veneto Banca, il libro di Mazzaro (il nostro video è relativo alla sua presentazione sintetica iniziale, ndr) mette in ordine, collegando logicamente e interpretando alcuni contenuti di quasi 300 articoli di colleghi (di cui, però, poi critica le indifferenze…), tra cui molti di chi vi scrive e di Pino Dato, proprie interviste e documenti originali ma dà anche una lettura dei flop pressoché concomitanti di Banca Etruria, CariFerrara, CariChieti, Banca Marche e delle crisi di altri istituti dalla Popolare di Bari alla Carige e al Monte dei Paschi di Siena, che ad oggi non hanno ancora concluso il loro tortuoso cammino verso il salvataggio.

Il collega giornalista Paolo Coltro ha stigmatizzato in premessa, ribadendolo in chiusura, la linea assolutoria per Zonin (e Zigliotto, ndr) del libro “Romanzo imPopolare) presentato in passato sempre alla Bertoliana a firma di Ario Gervasutti, direttore del GdV ai tempi in cui la crisi poteva essere prevista dal suo giornale di proprietà di Confindustria Vicenza.

Da sx Visentin, Dato, Coltro, Mazzaro e Bertelle
Da sx Visentin, Dato, Coltro, Mazzaro e Bertelle

Coltro, dopo i saluti della presidente Chiara Visentin, che ha sottolineato, smentendo i critici di queste presentazioni alla Bertoliana, che questi libri non sono di pura cronaca ma tratteggiano una parte della storia della città e del territorio, ha condotto brillantemente l’incontro con l’autore evidenziando, invece, più volte la linea di “Banche, banchieri e sbancati” che è stato, a suo parere, più rispettoso dei fatti e ha invitato Pino Dato e l’avvocato Renato Bertelle, uno dei pochi legali delle parti civili presenti con continuità al processo BPVi, a dare spunti all’esposizione di Mazzaro.

Pur se inciampando in qualche errata citazione fattuale (di sicuro corretta nel suo libro) e, secondo noi, in qualche assimilazione di troppo, pur se, finalmente, con qualche distinguo, del caso Veneto Banca, per noi in buona parte “vittima”, con quello della BPVi, per noi molto amica del “sistema” carnefice, Mazzaro ha dato ai presenti ampi motivi, non certo solo da cortesia da “presentazione”, per tornarsene a casa con la sua ricostruzione dei fatti.

Ma, se possiamo muovere qualche critica alla serata, l’autore di “Banche, banchieri e sbancati” poteva essere meglio stimolato a entrare nel merito della sua fatica editoriale se alcune delle sollecitazioni di Dato e Bertelle fossero state meno autoreferenziali, un po’ più collegate al libro e, talvolta, più comprensibili ai presenti in sala, di certo non molti addetti ai lavori.

Sempre a parere di chi scrive, quelle sollecitazioni, quindi, potevano essere meno politically correct e, talvolta, più precise nel caso del collega Dato e meno allusive e più ricche di fatti, nomi e cognomi spesso non riferiti da parte dell’avv. Bertelle che pure poteva citarli, visto che tutti i suoi “sottintesi” sono agli atti del processo da lui seguito con assiduità quasi pari alla… nostra.

Queste critiche, ripetiamo del tutto personali e, comunque, sul “contorno” e non sulle interessanti pietanze della serata, sono fatte da chi il dramma della BPVi lo ha raccontato, previsto e, forse, vissuto, ogni giorno di più, dal 13 agosto 2010, giorno del nostro primo warning al riguardo.

Se, perciò stesso, forse, emozionalmente, chi vi scrive tende ad essere un po’ impietoso con il protagonista di oggi, meno, e i due “correlatori” di stasera, un po’ di più, tutti loro, a parte il “conduttore” Coltro, ci sono parsi belli, come richiedeva, forse, la sala di palazzo Cordellina che li ospitava (e a cui è stato reso arduo l’accesso dei nostri tre libri dossier sulla BPVi, gli unici  pubblicati sull’argomento da un sia pur umile giornalista locale), ma non severi come pretenderebbero i soci azzerati.

Che, però, sono così “tasi e tira”, è stato detto dai relatori di stasera, che molti di loro, forse, lo aggiungiamo ora noi, gli “integralisti” del caso, neanche meriterebbero, con le assenze agghiaccianti in aula sia loro che dei loro avvocati, certe denunce e certe battaglie che coloro che sono stati colpiti da richieste di danni milionari per la vicenda parallela della Fondazione Roi (lo ha detto Coltro) e da condanne da liti temerarie (lo ha aggiunto Mazzaro).

Chi sono costoro? Noi di Vicenzapiu.com, di cui, però i due colleghi non hanno fatto né il nome né il cognome….

Tutti a palazzo Cordellina sì, ma non tutti “cor de leone”.