“Il segnale di responsabilità comune che maggioranza e opposizione erano chiamati a dare nel pieno della pandemia c’è stato. Da parte nostra abbiamo provato fino in fondo a migliorare le proposte della Giunta, con emendamenti costruttivi e senza ostruzionismi che sarebbero stati stonati ed incomprensibili rispetto al momento attuale. Ma per il resto non possiamo dirci soddisfatti per l’impianto complessivo di questa manovra che ha le caratteristiche dell’ordinarietà. Serviva invece più coraggio nelle scelte e nelle misure da adottare, proprio perché viviamo un momento straordinario”.
Attraverso le parole del capogruppo, Giacomo Possamai, i consiglieri regionali del PD Veneto motivano così, nel corso di una conferenza stampa tenutasi oggi in remoto, il voto finale contrario al bilancio di previsione 2021.
I PUNTI DEBOLI DELLA MANOVRA
Secondo gli esponenti dem “mancano direttrici politiche chiare. Questo bilancio – ha evidenziato da parte sua Vanessa Camani, vicepresidente della commissione Bilancio del Consiglio e correlatrice in aula della manovra – lascia aperte molte contraddizioni. Se da un lato, ad esempio, la linea programmatica della Giunta è quella di favorire l’export delle nostre aziende, contemporaneamente non si registrano, Pedemontana Veneta a parte, sostegni e interventi concreti. Ma di questi risvolti, di evidente stridore tra buoni propositi e fatti reali, ce ne sono altri. Dalla scelta di continuare a prevedere aperture indiscriminate di centri commerciali medi e grandi a dispetto degli annunci sui sostegni ai piccoli esercenti. Senza dimenticare la falla nei settori del turismo e della cultura: malgrado il Veneto sia una regione leader, siamo ai tagli a pioggia. Non da ultima la sicurezza urbana, che non potrà avere mai efficacia se continua ad essere anche quest’anno mancante di vere politiche sociali di coesione”.
ADDIZIONALE IRPEF
“Abbiamo ravvisato positivamente la disponibilità dell’assessore Bilancio ad aprire un ragionamento sull’addizionale Irpef, anche se alla fine i segnali concreti non sono arrivati. Resta tuttavia il fatto politico importante. Riteniamo sia giusto, soprattutto in questa fase di drammatica difficoltà legata alla pandemia, che chi ha di più dia anche di più, in maniera progressiva. Siamo in presenza di una disparità troppo marcata tra fasce forti e fasce deboli per non considerare con attenzione l’opportunità di riequilibrare il quadro attraverso una fiscalità più equa. Auspichiamo – hanno aggiunto i consiglieri del PD – che l’interlocuzione che si è aperta nel corso di questa sessione di bilancio possa proseguire in modo proficuo nei prossimi mesi”.
LE PROPOSTE DEL PD DIVENTATE CONCRETEZZA
Il gruppo dei democratici, attraverso gli interventi di Francesca Zottis, Andrea Zanoni, Anna Maria Bigon e Jonatan Montanariello, ha quindi evidenziato il pacchetto di emendamenti e proposte che hanno ottenuto il via libera dell’aula.
Dai 4,5 milioni di finanziamento ai Comuni, tramite le Province, per gli interventi contro il dissesto idrogeologico, all’inserimento dei liberi professionisti nella platea di chi avrà diritto a beneficiare dei 10 milioni di stanziamenti per il sistema produttivo veneto. Dall’aumento del 50% delle risorse originariamente previste per la lotta alla criminalità organizzata e la promozione della legalità, all’impegno per l’introduzione di un contributo di solidarietà per le donne vittime di violenza “che hanno pieno diritto a rifarsi un’esistenza serena”. Dalla svolta sul fronte ambientale, che vincola la Regione a prevedere norme e piani di riduzione dei gas serra nelle attività produttive del Veneto, ai sostegni per il distretto veneto del calzaturiero, “una risorsa preziosa e di eccellenza della nostra economia. “Non da ultima – hanno ricordato – l’approvazione di un nostro emendamento che stanzia risorse per rafforzare la campagna di formazione e informazione sulle vaccinazioni, con particolare attenzione ai professionisti della sanità e della scuola”.
LE PROPOSTE DEL PD BOCCIATE
Tra gli emendamenti invece respinti, sul fronte sociosanitario troviamo quelli riguardanti le case di riposo, “avevamo chiesto risorse straordinarie per interventi strutturali in modo da ridurre le possibilità di contagio, così come di agire sul taglio dell’Irap, non possiamo aspettare ulteriormente la riforma delle Ipab, visto che sono passati venti anni” e la salute mentale “in particolare per la realizzazione di reparti ospedalieri per ragazzi e giovani psichiatrici, che non possono essere messi insieme agli adulti. La Regione su questo settore spende molto meno della media nazionale”. Per quanto riguarda i ristori “il fondo annunciato da Marcato riprende alcune delle nostre sollecitazioni ma restano ancora senza sostegno diverse attività soprattutto legate all’artigianato, mentre su cultura e turismo si è mosso qualcosa, ma troppo poco”. Infine sul versante ambientale “nonostante il disastro delle scorse settimane non ci sono finanziamenti per il ripascimento delle spiagge e interventi per proteggere il litorale, siamo fermi a un piano della Nona legislatura” ed è stato respinto l’emendamento con cui si chiedeva di piantare almeno un milione di alberi. “Ne abbiamo persi 11 milioni con l’uragano Vaia, ma sono fondamentali per catturare la Co2. Durante la discussione c’è chi ha polemizzato sul fatto che ci occupiamo di alberi, ma ricordiamo che per l’inquinamento e le conseguenze dei cambiamenti climatici, le persone muoiono ogni giorno”.