“La normale amministrazione non basta per le sfide che ci attendono – scrivono nella nota che pubblichiamo i consiglieri del Partito Democratico Veneto -: la Regione deve gestire in maniera diversa le risorse ordinarie, facendo scelte coerenti con gli obiettivi del Pnrr e ascoltando le rappresentanze economiche e sociali dei territori. La battaglia per incrementare i fondi alla cultura, seppur ancora insufficienti, ne è l’esempio: quando c’è la volontà i soldi si trovano”.
A dirlo sono i consiglieri del Partito Democratico Veneto (con il capogruppo Giacomo Possamai e i colleghi Vanessa Camani, Anna Maria Bigon, Jonatan Montanariello, Andrea Zanoni e Francesca Zottis) che oggi hanno presentato alcune delle proposte più significative per la manovra di bilancio (Presentazione Bilancio Gruppo PD, la cui discussione inizierà lunedì prossimo a Palazzo Ferro Fini. Quattro gli assi principali: ambiente/transizione energetica, lavoro, contrasto alla violenza di genere e assistenza agli anziani: “Un pacchetto che vale 100 milioni, perché ad oggi ci troviamo di fronte a un bilancio con ancora troppi tagli e inadeguato per una grande Regione come il Veneto, che può e deve investire”.
AMBIENTE E TRANSIZIONE ENERGETICA
Finora su questo versante – iniziano i consiglieri del Partito Democratico Veneto – le Giunte Zaia sono state troppo timide, è necessaria una ‘terapia d’urto’ a partire dalla mobilità. Sul trasporto pubblico proponiamo un contributo di 30 milioni per il prossimo triennio (10 l’anno) per l’acquisto di bus e natanti alimentati ad energia elettrica. Sul fronte privato, invece, 4 milioni per la rottamazione di mezzi inquinanti e la sostituzione con veicoli elettrici. Complementare a questa misura, tre milioni ai Comuni per acquisto e attivazione di colonnine elettriche, così da realizzare una rete di ricarica diffusa su tutto il territorio veneto. Infine altri quattro milioni per sostituire le stufe alimentate a legna con apparecchi a bassa emissione e ad alta efficienza energetica dotati di filtri antiparticolato.
LAVORO E OCCUPAZIONE GIOVANILE
Nel 2020 sono stati 12.436 i veneti emigrati, tra cui molti giovani, seconda regione italiana dietro la Lombardia. Per incoraggiare gli ‘Under 35’ a restare in Veneto, abbiamo presentato due proposte. La prima riguarda l’eliminazione dell’Irap per tre anni per le start up innovative, imprese giovanili ad alto contenuto tecnologico, costo un milione di euro; per contrastare la disoccupazione giovanile chiediamo invece l’esonero dell’Irap per dodici mesi per chi assume personale di età inferiore a 35 anni con contratto a tempo indeterminato, stanziando 10 milioni. Nel ‘pacchetto Lavoro’ abbiamo previsto attività a sostegno dell’inserimento lavorativo delle persone con disabilità (10 milioni) e degli immigrati regolari (3 milioni) oltre ad azioni per l’effettivo accesso dei disoccupati alle misure di politica attiva al lavoro, attingendo dalle risorse che verranno messa a disposizione dal Programma Gol, che ammontano a 55 milioni. Infine altri tre milioni da destinare a Veneto Lavoro per la gestione e il potenziamento dei Centri per l’impiego.
QUESTIONE DI GENERE
Abbiamo messo la questione femminile e il contrasto alla violenza di genere al centro della nostra azione, sin dall’inizio della legislatura. Proponiamo un finanziamento aggiuntivo da un milione per centri antiviolenza e case rifugio, per quei percorsi volti ad assicurare la piena assistenza alla donna vittima di violenza, come il Codice rosa, garantendo la tempestività degli interventi, la protezione, il pieno rispetto della riservatezza e un supporto psicologico continuativo. Oltre ad un potenziamento dei consultori e delle loro attività. Ma dobbiamo aiutare queste donne anche a ricostruirsi un futuro. Per questo chiediamo mezzo milione per il ‘contributo di libertà’, nostro progetto che prevede un sostegno economico una tantum per consentire alle vittime di violenza domestica di poter affrontare le prime spese della nuova vita indipendente.
ASSISTENZA ANZIANI
L’assistenza agli anziani è un tema centrale in una Regione dove gli over 65 sono oltre un milione e 142mila, quasi un veneto su quattro. La riforma delle Ipab è ancora al palo dopo venti anni dalla legge 328/2000 ed è l’assoluta priorità. In parallelo alla riforma, per aiutare le Rsa proponiamo un taglio dell’Irap che grava sulle case di riposo pubbliche in misura assai maggiore rispetto al privato e un piano di investimenti da venti milioni l’anno per tre anni per il recupero edilizio delle strutture fatiscenti. Ma dobbiamo aiutare anche le famiglie agendo sul valore delle impegnative, con un investimento da 32 milioni: la quota sanitaria è infatti ferma dal 2009 e il costo complessivo delle rette è diventato per troppi un salasso insostenibile. Occorrerà poi anche agire sul numero delle impegnative, in modo che corrispondano al reale bisogno, in continuo aumento visto il progressivo invecchiamento della popolazione.