Binari vecchi come mostrato nella foto si presentano in stazione a Vicenza a migliaia di pendolari e viaggiatori, di treni regionali e a lunga percorrenza. Le immagini appaiono a prima vista poco rassicuranti, anche ripensando al terribile deragliamento ferroviario sul treno regionale Cremona-Milano avvenuto il 25 gennaio di un anno fa, con tre morti e 46 feriti.
Il precedente tragico di Pioltello
In quel caso si trattò di un problema di giunture tra rotaie (nel video sotto suggeritoci dall’ing. Baccega un caso emblematico di rottura) per cui, anche se appare diverso il tipo di “anomalia” segnalataci da alcuni lettori, abbiamo raccolto prudenzialmente sui binari vecchi in stazione il parere di due esperti vicentini, il ben noto ingegnere e “studioso” ferroviario Alberto Baccega e Franco Zanni, ex ingegnere proprio di Italferr, azienda partecipata al 100% del gruppo Ferrovie dello Stato Italiane.
Li ringraziamo a nome dei nostri lettori anche perché alle richieste di chiarimenti su quei binari vecchi fatte da una settimana alle sezioni competenti di Ferrovie dello Stato finora non è arrivata alcuna risposta.
Il parere dell’ing. Alberto Baccega
“Si tratta di traversine di legno ammalorate – ci spiega l’ingegnere Baccega – che richiedono sostituzione. Tuttavia, ravviso pericoli non imminenti per diversi motivi: in primo luogo il binario sembra debitamente sostenuto in verticale, infatti le traverse mostrano una tendenza a rompersi parallelamente alle fibre, per anzianità, ma possono ancora trasferire il peso del binario, con sopra il sistema di un asse e di due ruote ferroviarie accoppiate tramite l’asse sulla massicciata sottostante tenendo vincolata la rotaia che non rischia deformazioni eccessive né rotazioni”.
“A mostrare cedimento e scadente tenuta – continua Baccega nella sua dettagliata spiegazione sulle condizioni dei binari vecchi in stazione – sono alcuni vitoni che fermano alcune piastre, il pezzo di ferro disposto tra la suola del binario e le traverse sottostanti ma almeno uno su due funziona ancora”.
“Sarebbe bene – conclude – svolgere una manutenzione sostituendo le traverse di legno per poter allontanare il problema, operazione che può essere compiuta agevolmente in meno di un’ora. Ma soprattutto il fatto che il binario si situi in rettifilo garantisce che non vi siano sforzi trasversali importanti. Ciò allontana il pericolo maggiore.”
L’ex ingegnere di Italferr Franco Zanni
Parole moderatamente più rassicuranti su quei “binari vecchi” a prescindere dal livello di pericolosità arrivano anche da Franco Zanni, ex ingegnere di Italferr, società che gestisce le infrastrutture ferroviarie:
“I due binari presentano l’armamento con ancora le traverse in legno e con l’attacco delle rotaie alla traverse di tipo indiretto: è una soluzione costruttiva ancora “vecchia” ma assolutamente valida. Adesso le traverse sono costruite in cemento e l’attacco della rotaia alla traversa è di tipo elastico, chiamato Pandrol, ma il comportamento della traversa in legno se sottoposta a regolare manutenzione da parte di RFI resta buono”.
“Per quanto successo a Pioltello in gennaio del 2018 – ricorda in conclusione Zanni – in quell’incidente il binario presentava un giunto in una delle due rotaie. In corrispondenza del giunto, realizzato con l’uso di due stecche di giunzione e chiavarde, il passaggio delle ruote dei treni provocava un continuo martellamento. Tale martellamento per il ben conosciuto fenomeno meccanico della “fatica” provocava il distacco di circa 12 – 13 cm del fungo della rotaia e ciò ha determinato lo svio dei rotabili che impegnavano successivamente al distacco il punto di giunzione della rotaia“.