Bitonci risponde ma non convince sul “buco nero degli indennizzi” alle vittime delle banche: Salvini rischia i rutti di quelle pance vuote

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Alessio Villarosa e Massimo Bitonci illustrano il decreto attuativo (mai emanato) degli indennizzi del FIR
Alessio Villarosa e Massimo Bitonci illustrano il decreto attuativo (mai emanato) degli indennizzi del FIR

Dopo la nostra nota di allarme “Buco nero degli indennizzi fotografato: nella bozza del Def spariscono 750 milioni per le vittime delle banche” con un dubbio (sul fatto che nella bozza si parli solo di banche risolte) e due domande (“è un altro errore quello dei denari riservati alle vittime delle banche? Se non lo è in quale buco nero sono spariti 750 milioni?”) risponde a noi e alle reazioni registrate con una nota su AdnKronos e su FB il sottosegretario Massimo Bitonci.

Ecco la nota su cui faremo subito dopo le nostre, e non solo nostre, osservazioni:

Nelle previsioni del Def non c’è alcun taglio al Fondo indennizzo risparmiatori”. Lo precisa in una nota il sottosegretario all’Economia e Finanze, Massimo Bitonci sottolineando che le accuse sono “strumentali e demagogiche”.

“La legge di bilancio per il 2019 – sottolinea Bitonci – ha previsto uno stanziamento complessivo per il triennio 2019-2021 del Fir (fondo indennizzo risparmiatori) per i cosiddetti ‘truffati’ dalle banche di circa 1,5 miliardi, pari a 525 milioni in ciascun anno del triennio. Nel valutarne l’impatto sul conto consolidato della Pa (indebitamento netto) si deve tenere conto sia della quota di circa 500 milioni già inclusa tra le spese previste nei tendenziali a legislazione vigente che degli ipotizzati tempi di istruttoria e pagamento dei rimborsi”.

Pertanto nelle previsioni del Def, rileva, “non c’è alcun taglio. Vengono soltanto scontati in termini di effettivi rimborsi di cassa 325 milioni nel 2019, 575 milioni nel 2020, 425 milioni nel 2021 e 175 milioni nel 2022. Trattasi di una previsione di cassa che non intacca il limite annuo di spesa massima, che permane in 525 milioni di euro annui“.

Ebbene

  • prendiamo atto che per il sottosegretario Bitonci (senza deleghe per le banche e quindi “parlanti” non certo a titolo ufficiale) non ci sarebbe un taglio al miliardo e mezzo stanziato sulla carta (con inchiostro simpatico perché di legge definitiva e applicabile realmente ad oggi non c’è traccia nonostante le assicurazioni prima di Salvini e Di Maio, poi di Conte)
    Parte della TAVOLA V.10: EFFETTI DELLA MANOVRA DI FINANZA PUBBLICA
    Parte della TAVOLA V.10: EFFETTI DELLA MANOVRA DI FINANZA PUBBLICA 2019-2021 SULL’INDEBITAMENTO NETTO DELLA PA (valori al lordo degli oneri riflessi; milioni)
  • prendiamo atto che sempre per lui “Vengono soltanto scontati in termini di effettivi rimborsi di cassa 325 milioni nel 2019, 575 milioni nel 2020, 425 milioni nel 2021 e 175 milioni nel 2022″ mentre la bozza del Def ufficiale pubblicata sui siti governativi “scrive” (vedi immagine sopra)  75 milioni, 325 e 425 milioni (nella frase descrittivo in un parte non tabellare della bozza è scritto 0,05 miliardi nel 2019, 0,3  miliardi nel  2020 e 0,4  miliardi… mentre in una tabella precedente appaiono altri 26 milioni all’anno per tre anni)
  • prendiamo atto che Bitonci non replica neanche nel suo ruolo ufficioso alla dimenticanza delle ex popolari venete poste in Liquidazione coatta amministrativa visto che la bozza del Def parla solo di banche risolte (se lui ne ha un’altra diversa da quelle ufficiale  la renda nota)

Ciò detto (sulla base di numeri e fatti ad oggi scritti su documenti in bozza del governo ad oggi noti e ufficiali a parte le dichiarazioni di Bitonci su questioni per le quali non ha delega) e supponendo che, entro quando non si sa, il governo del cambiamento sappia sostituire la legge 205/2017 resa inefficace per sostituirla con la legge 145/2018 che non è efficace ma che necessita, a detta del premier, di una nuova norma primaria, non possiamo non rilevare come

  • Bitonci sostenga che una legge, quella futura ovviamente, da sempre promessa come facile e rapida da applicare ma, che  se andrà bene, opererà, sulla carta (leggi gli altri ritardi… programmati) un anno dopo l’insediamento del governo “facciamo tutto noi bene e presto“, sarà in grado di (ri)dare ai risparmiatori parte dei loro soldi (quanti ancora non si capisce) in ben 4 anni
  • il sottosegretario leghista, che già in passato dopo un nostro articolo su fatti e dati ci ha minacciato tramite mail senza spiegarci perché, scambia, per lo meno per quello che abbiamo scritto noi, le domande con accuse

Patrizio Miatello, di certo non in odore di antipatie con questo governo e in particolare col suo sottosegretario con delega al comparto tabacchi del settore Monopoli e Dogane, Ci dice, intanto, “vedremo, per me doveva partire il 31 gennaio 2019 anzi il 30 aprile 2018 tutto sto casino, tutti aspettano“.

E, uno per tutti, Giuseppe, che con la moglie abita a S. Martino di Lupari, scrive “abbiamo perso i risparmi con la BPVi per € 130.115,90, siamo disoccupati entrambi abbiamo bisogno di aiuto grazie“.

Allora, forse, sarebbe il caso che il sottosegretario leghista renda noto il suo numero di telefono per rispondere non con piccate agenzie a semplici domande sul buio del governo ma direttamente alle centinaia di migliaia di risparmiatori che sono stati gabbati, prima, dalle banche e, poi, hanno creduto alle promesse dei “nuovi eletti” ma che ora spesso hanno poco da mettere nella pancia.

Lo dia il suo numero diretto Bitonci alle vittime delle banche sempre più disilluse altrimenti quando il vice premier leghista Salvini continuerà a parlare alle loro panche potrebbe ascoltare da decine di migliaia di quelle quei fastidiosi e rumorosi rigurgiti che sgorgano incontrollati quando in quelle panche si soffia solo aria.