Roma. Aveva mandato in fibrillazione le due anime delle associazioni e un’infinità di studi legali l’ultimo emendamento parlamentare presentato in sede di Milleproroghe da due deputati del M5S, Vittoria Baldino per la commissione Affari costituzionali e Giuseppe Buonpane per la Bilancio ma non da esponenti della Lega, alla legge 205, quella approvata all’unanimità il 27 dicembre 2017 (ancora in attesa del relativo decreto attuativo previsto per il 30 marzo ma rinviato prima al 31 ottobre e, ora, appena sarà concessa la fìducia sul Milleproroghe, al 31 gennaio 2019) per il “ristoro” delle vittime (azionisti e obbligazionisti) di errate o fraudolente informazioni su Banca Popolare di Vicenza, Veneto Banca e quattro banche risolte (nella foto VicenzaPiu.com da sx Zaggia, Cavallari, Conte, Miatello, Vanin).
I gruppi che, contestando sempre e comunque la 205, cioè il Coordinamento Banche di don Enrico Torta e Noi che credevamo nella BPVi, di fatto si sono resi corresponsabili della sua ritardata partenza ma trovano ora ben poco sfogo alle richieste di “tutto per tutti“, affidate da loro con certezza dogmatica ai due sottosegretari del MEF Massimo Bitonci (Lega) e Alessio Villarosa (M5S), ora le hanno trasmesse con evidente imbarazzo verso i propri associati a livelli politici meno influenti, come quelli del sindaco di Vicenza Francesco Rucco e del presidente del Consiglio regionale del Veneto Roberto Ciambetti, anch’egli consigliere comunale di Vicenza.
Per le Associazioni Unite per il Fondo l’unico modo per sciogliere i dubbi sul paventato svuotamento delle conquiste della 205, che andrebbe comunque rafforzata in termini pratici (leggi risorse da assegnare ai ristori), è stato andare subito ai piani alti, per cui oggi, 12 settembre, una loro delegazione composta da Fulvio Cavallari (Adusbef Veneto), Franco Conte (Codacons Veneto), Patrizio Miatello con Michele Vanin (Ezzelino III da Onara) e Milena Zaggia (Movimento Risparmiatori Traditi) si è recata a Roma per un vero e proprio blitz, prima, presso la sala dei Presidenti, alla Camera, dove erano in corso le diatribe sul voto di fiducia per il Milleproroghe, rinviato a domani, e poi presso gli uffici del senatore Gianluigi Paragone (M5S).
Agli incontri di oggi, così come partecipammo a quello di Luigi Ugone al Mef con Pierpaolo Baretta per riferire il più possibile ai lettori/soci, c’eravamo anche noi e qui ve ne riferiamo un’estrema sintesi, visti i tempi ristretti a nostra disposizione, per poi tornarci approfonditamente domani. _
Partiamo, quindi, dalle… conclusioni principali dopo che la delegazione ha di fatto incontrato, formalmente e, in certi casi, informalmente, i rappresentanti di quasi tutti i partiti e movimenti in Parlamento, cioè, a parte LeU oggi “saltati” solo per reciproci problemi di tempi ma che comunque verranno contattati, quelli di Forza Italia, Lega, Partito democratico, FdI, Movimento 5 Stelle oltre all’ex Ministro Pier Carlo Padoan e alla capogruppo di FI al Senato Anna Maria Bernini.
Eccole:
1 – l’emendamento che sposta al 31 gennaio l’emanazione del decreto attuativo della 205 è una sorta di acconto (al 30% e con un tetto di 100.000 euro) riservato, per far finalmente partire il meccanismo dei ristori, ai 580 soci vittime delle banche interessati dalla 205 che hanno già un lodo a loro favore pronunciato dall’ACF
2 -non sono in discussione, con soddisfazione della delegazione presente, l’impianto e i punti focali della 205 ma il focus è sulle risorse crescenti di cui dotarla e che attingeranno ai fondi dormienti
3 – l’ammontare di queste risorse, pur con gli stimoli dei sottosegretari Massimo Bitonci e Alessio Villarosa, è di competenza ministeriale e, cioè, del ministro Giovanni Tria che dovrà far quadrare tutti i conti
4 – pur in presenza di queste premesse positive per la 205, che, tutti lo hanno ribadito, se dovesse subire modifiche in ambito DEF manterrà le sue caratteristiche fondamentali (ristori, se di diritto, anche per chi già ha aderito all’Opt, nessun limite di anni di sottoscrizione dei titoli…), in tanti hanno fatto capire che una costante vigilanza (pressione?) da parte dei soci vittime delle banche sarà, comunque, utile a sensibilizzare il legislatore.
Tanto più che i fondi dormienti, oggi nel cassetto del Mef, sono una riserva che il Governo potrebbe voler o dover destinare in parte ad altre crisi bancarie latenti o già… annunciate.
A seguire, infine, diamo l’elenco completo dei parlamentari incontrati, domani riferiremo dei punti salienti di ogni incontro da cui le Associazioni Unite per il Fondo escono oggi con una convinzione in più: la strada della 205 da loro voluta e intrapresa è quella che ha le più realistiche possibilità di essere percorsa anche dal governo gialloverde attuale per soddisfare le legittime richieste dei risparmiatori di Banca Popolare di Vicenza, di Veneto banca e delle 4 banche risolte: Carife, Banca Marche, Banca Etrutria e CariChieri.
Parlamentari e politici incontrati in gruppo o singolarmente, molti delle aree più interessate dal crac delle sei banche i cui soci e obbligazionisti possono essere ristorati dalla legge 205
Forza Italia: Raffaele Baratto, Felice Maurizio d’Ettore e, individualmente, Anna Maria Bernini
Lega: Erik Pretto, Germano Racchella, Ingrid Bisa, Dimitri Coin e, individualmente, Massimo Bitonci
Partito democratico: Debora Serracchiani, Luigi Marattin e, individualmente, Pier Carlo Padoan e Sara Moretto
Fratelli d’Italia: singolarmente Luca De Carlo
Movimento 5 Stelle: Gianluigi Paragone e, in collegamento telefonico tramite lui, Daniele Pesco.
A domani…