Sembra essere stato scelto il mese per l’abbattimento dell’edificio in via Rossi di Vicenza che da qualche anno ospita il centro sociale Bocciodromo. Le ruspe dovrebbero entrare in azione a giugno 2025.
A riferirlo è l’edizione odierna de Il Corriere del Veneto. In un articolo a firma di Federico Murzio si legge: “La data non è stata ancora stabilita. Molto dipenderà anche dall’agenda delle forze dell’ordine che saranno verosimilmente mobilitate per scongiurare tensioni. La certezza è che IricavDue (general contractor per la realizzazione della Tav) per rispettare il cronoprogramma ha indicato l’abbattimento non oltre giugno“ dell’edificio di prorpeità comunale, per far posto ai binari dell’Alta velocità/Alta capacità.
Il bocciodromo di Vicenza è stato, anche negli ultimi periodi, al centro di polemiche, soprattutto circa l’utilizzo che ne viene fatto dai soggetti che lo hanno in concessione, ma è innegabile che tra quelle mura ci siano progetti di respiro sociale. “Nei primi mesi del 2025 – prosegue l’articolo – scadrà la concessione alle associazioni (nessuna direttamente collegata al Bocciodromo) che ottennero lo spazio. Se questa sarà rinnovata è ancora presto per dirlo, così come non è certo che gli antagonisti escano senza protestare.
Ciò che invece è emerso da Palazzo Trissino è che la convenzione potrebbe essere sì rinnovata non già nell’edificio di via Rossi ma in qualche altro spazio di proprietà comunale. Ed è qui che si gioca la seconda partita, trovare un altro edificio da proporre al Bocciodromo al posto di quello che sarà abbattuto. L’idea di ridurre al minimo le tensioni con gli antagonisti del centro sociale che oggi rappresentano il fulcro della protesta No Tav”.
“La terza partita, infine, investe il quartiere Ferrovieri nel quale il Bocciodromo ha sede e all’interno del quale gli antagonisti da mesi occupano due aree verdi destinate a diventare cantiere Tav”.
Infine: “Oggi intanto è in programma un vertice a Palazzo Trissino per discutere delle opere di trasporto pubblico locale legate alla Tav. Sul tavolo sia le opere complementari sia quelle compensative. Si parla soprattutto della realizzazione della rete e dei mezzi elettrici Bus rapid transit, destinati a collegare la città da ovest a est. Uno dei problemi da risolvere è l’ubicazione del capolinea della Brt e il deposito dei mezzi elettrici che arriveranno nel 2027“.
Fonte: Il Corriere del Veneto