Bolivia e Cile, democrazia e libertà di popolo si affermano nonostante la paura della pandemia

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Bolivia
Evo Morales

Egregio  Direttore,

Ho atteso qualche giorno, sperando di poter leggere, nella “grande informazione nazionale”, alcune notizie su quanto è successo in Sud America. Mi riferisco in particolare alle elezioni nazionali che si sono tenute in Bolivia. Poco o niente. Così scrivo a Lei sapendo la sua determinazione di portare avanti una battaglia fondamentale per la libertà di stampa. Diffondere le notizie, anche (o soprattutto) quelle scomode ai vari “potenti”, senza autocensure né timore di ricevere attacchi di vario genere e denunce. Le notizie che non ho letto nella grande informazione nazionale – molto attenta per altro quando le notizie sono di segno opposto – si riferiscono alla vittoria di due popoli (boliviano e cileno) in competizioni elettorali e referendarie.

Due popoli che stanno lottando contro veri e propri regimi autoritari. Quello della Bolivia, in particolare, frutto di un vero e proprio colpo di stato fatto contro il presidente legittimamente eletto l’anno scorso. Ebbene, una settimana fa, il popolo della Bolivia ha votato in massa per il “Movimiento Al Socialismo”. Il partito di Evo Morales ha ottenuto oltre il 55% dei voti espressi. Una vittoria straordinaria per le condizioni nelle quali si è svolta con gli usurpatori di destra che controllavano le elezioni e che sono stati, di fatto, cacciati dal popolo.

Ieri in Cile si è svolto un referendum per decidere di cancellare la Costituzione ereditata dal regime fascista di Pinochet. Ebbene, il popolo cileno si è espresso in maniera chiara e inequivocabile per la cancellazione della costituzione in vigore con oltre il 78% dei voti. La democrazia e il socialismo in Sud America avanzano nonostante tutto. Penso che in un periodo di paura per la pandemia, mentre si sviluppano conflitti in varie parti del mondo, queste due “piccole” notizie possano dare la speranza che si possa cambiare il corso della storia. E che questo è possibile quando il popolo si esprime liberamente.

Giorgio Langella


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