Rincari bollette energetiche. Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, a margine del Consiglio dei ministri europei sull’energia ha auspicato un intervento istituzionale strutturale rispetto alle mitigazioni in atto, se i rincari non avessero una scadenza (1).
Ci sono due aspetti notori in questa vicenda, rispetto ai quali si devono e si possono forgiare le politiche nazionali:
– la Commissione ha indicato ad ogni Stato a fare da sé, perché a livello comunitario le azioni dovute sono in corso, e la fiammata dei prezzi di questo autunno/inverno è previsto che rientri a marzo aprile, quando sarà attivo il gasdotto russo Nord Stream 2;
– gasdotto la cui attivazione è però rimandata a fine 2022 visto che la Germania, per problemi burocratici, ha rinviato le necessarie autorizzazioni. E solo allora, la Commissione deciderà dopo essersi confrontata con gli Stati, che non hanno al momento una posizione univoca favorevole, per cui presumibilmente sono previsti slittamenti.
Il nostro ministro Cingolani sembra che si sia fermato solo al primo di questi aspetti notori. Ha notizie non ancora in circolazione o sta incastrando la drammaticità della questione su possibili rinvii della deadline di marzo-aprile, portando quindi il problema a forme estreme dove ogni intervento diventa sempre più insufficiente e meno risolutivo?
Il ministro ha il dovere di interessarsi ed informare.
1 – “Per ora il premier ha fatto un’azione per mitigare questo trimestre, credo siano tre miliardi” proprio perche’ sul caro bollette c’e’ “questa deadline di marzo-aprile. Quindi per adesso andiamo sulla contingenza ma non si puo’ mitigare ogni trimestre per due-tre anni quindi se dovesse uscir fuori che il gas e’ strutturalmente piu’ costoso, dovremo lavorare su altri concetti che vanno a vedere il calcolo della bolletta. Abbiamo degli scenari, stiamo facendo le simulazioni”. Lo dichiara il titolare del Mite Roberto Cingolani a margine del Consiglio dei ministri europei sull’energia. (Ansa)