I rincari stellari delle bollette energetiche (essenzialmente gas) sono diventati luogo di verifica della capacità del governo. Che, a nostro avviso, è impegnato ma ha i mezzi limitai e non all’altezza dell’emergenza (riduzione leva fiscale), che fra qualche settimana esploderà più di quanto già non lo sia.
L’unico mezzo che il governo avrebbe sarebbe quello di organizzare l’emergenza e cominciare una campagna pubblicitaria per coinvolgere l’utenza. Il resto sono chiacchiere.
Vediamo cosa accade.
Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, saltella tra Roma e Bruxelles senza risultati tangibili. Quando si ferma e conversa con qualche giornalista, azzarda cose tipo “nucleare pulito”, “gas del mar Adriatico, della pianura Padana e di alcuni territori del sud Italia”. Gli fanno ecco alcune associazioni ambientaliste che, dicendo a loro modo il vero, non propongono nulla: nucleare non se ne parla, estrazioni gas sono pericolose per i territori e quantitativamente marginali, solo le energie alternativa POTRANNO garantire (1).
Intanto Confcommercio lancia l’allarme che tutti conoscono: ci avviamo verso un buco di 11 miliardi sulle famiglie e con un impatto di oltre il 40% per le imprese (2).
Alcune associazioni di consumatori (3) si dicono pronte nel 2022 ad un maxi sciopero delle bollette: “Se interventi del Governo non eviteranno stangata inviteremo famiglie ad autoriduzione delle bollette di luce e gas”…. Sembra che vivano su un altro Pianeta….
Un quadro esplicativo della drammaticità in atto. Coi vari attori che non sanno cosa dire per l’immediato (ambientalisti) o non hanno capito che il Governo sta già dando il massimo (consumatori) o il ministro che sembra parli ad un convegno sul futuro dell’energia e non consideri la sua funzione esecutiva.
Un contesto in cui al primo posto occorrerebbe “fare squadra”, ma ognuno va a ruota libera credendo che portando acqua al proprio mulino, siccome loro sono bravi e buoni ed hanno la ricetta pronta, “puf” tutto si risolve.
Ma non è così.
Il gas non c’è oggi e non ci sarà domani. Forse dopo-dopo-dopodomani, ma dipenderà dagli equilibri geopolitici che, Germania e Unione europea in testa, riusciranno a determinare per avere (come tampone, ma di una certa durata) il gas russo. E oggi il presidente Russo Vladimir Putin lo ha anche detto: voi europei vi siete creati la crisi da soli, perché il gas c’è, basta solo trattare con me….. che – aggiungiamo noi – non voglio che mi diate fastidio, per esempio, nel limitare gli approcci dell’Ucraina all’Ue (4)
Il problema, nella temporaneità, è quindi SOLO politico.
Ma nel frattempo che lo lasciamo gestire ai politici che hanno capacità e potere per dialogare con la Russia (5), che facciamo?
Noi crediamo che non ci siano alternative a farsi meno danni, con una migliore e più parsimoniosa organizzazione di quanto abbiamo. Sì che nessuno muoia di freddo o per eccessivo consumo di cibo non-cotto, e in modo che le imprese che creano servizi e prodotti del nostro quotidiano non siano “costrette” a far lievitare alle stelle qualunque loro realizzazione.
La realtà (e non più il rischio come timidamente qualcuno comincia a riconoscere) è simile all’emergenza covid. E occorre comportarsi di conseguenza: provvedimenti, campagne di informazione, interventi mirati contro sprechi e abusi. Qualcosa che può fare solo il governo – pur lodevole e auspicabile la capacità di ognuno di ridursi il danno da solo, a cominciare da queste feste di Natale.
NOTE
2 – https://www.confcommercio.it/-/inflazione-e-caro-bollette
3 – Assoutenti
4 – già nelle scorse settimane la neo-ministra tedesca degli Esteri lo aveva detto: se Russia tocca Ucraina, salta il gasdotto Nord Stream 2: https://www.aduc.it/comunicato/bollette+energetiche+sempre+piu+lontana+luce+alla_33665.php
5 – certamente non l’Italia, ma soprattutto Germania e Ue