“Nella presentazione del bollettino socio economico del Veneto di gennaio 2023, inviato dall’ufficio stampa della Giunta regionale il pomeriggio del 21 febbraio, il presidente Zaia trionfale enuncia: Veneto da record, con PIL a 4,2%, Export +17,5%. È incredibile come si possa cercare di mascherare una sconfitta in una vittoria. Il dato riportato nel bollettino è assai preoccupante: quel + 17,5% di crescita dell’export deve essere confrontato con il + 21,2% dell’Italia nello stesso periodo. Ma pure il dato 2021/2020 per il Veneto non è bello rispetto all’Italia, come si vede in figura. Parliamo dell’Italia, non delle regioni limitrofe, con cui il confronto potrebbe essere più amaro. Il +4,2% di PIL del Veneto infatti è inferiore al +4,3% della Lombardia”.
Così il consigliere regionale Arturo Lorenzoni, portavoce dell’Opposizione in Consiglio regionale del Veneto.
“Se guardiamo al numero di imprese artigiane – aggiunge il consigliere – abbiamo un altro dato sconfortante dal bollettino: -1,7% in Veneto contro un – 1,1% in Italia nel quarto trimestre 2022 rispetto al 2021. Ma anche se andiamo ad analizzare i dati degli anni passati, ci sono elementi di allarme. Questo risultato è la conseguenza di una mancanza di guida e indirizzo politico, non è casuale.
Continuare a distorcere le informazioni, a dire che tutto va bene e siamo i migliori, non è utile. Osservare queste criticità, non è fare disfattismo, anzi, è cercare dove dobbiamo agire per fare meglio, questo è il compito della politica”.
“Il Veneto – prosegue il consigliere – ha risorse straordinarie, ma soffre la latitanza di una guida politica reale. Gli esempi sono tantissimi, ne porto uno dalla stampa di oggi: nel settore delle caldaie abbiamo imprese gioiello, come Baxi e Ferroli, che hanno comunicato risultati strepitosi nel 2022. Sono protagonisti della transizione energetica dal gas alle fonti rinnovabili. Ma che fa la regione per rafforzare questo comparto industriale leader a livello mondiale? Nulla. Solo la forza degli imprenditori consente a queste imprese di competere. Ma non basta, purtroppo, quando altre regioni stanno rafforzando i concorrenti in modo strenuo. Coordinare la loro attività, sostenere il distretto del caldo e del freddo nella transizione verso le pompe di calore, tecnologia che monopolizzerà negli anni a venire il settore del riscaldamento degli edifici, può portare a una crescita dell’export tale da surclassare il resto del paese. Ma la guida politica del Veneto guarda altrove, alle piste da bob e alla chimera dell’autonomia. Auguri veneti”, conclude Lorenzoni.