Bombe inesplose lungo linea Tav, lettore scrive: “lavoro attento di ViPiu.it, ora si vigili su ricerca Iricav Due degli ordigni… prima dei cantieri

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Bombe inesplose
Bombe inesplose

Egregio direttore Coviello, le scrivo questa lettera (primo lancio il 23 marzo alle 21.12, ndr)dopo aver letto l’articolo del suo giornale sul tema dei bombardamenti che la città subì durante l’ultima guerra mondiale e sugli effetti postumi di questi sui lavori dell’Alta Velocità Ferroviaria (leggi titolo “Rischi bombe inesplose lungo la Linea Tav Tac in costruzione all’interno della città di Vicenza: sono stati valutati? È prudente continuare?“. Sommario “Sono state sganciate circa 2598 bombe su Vicenza, di cui circa 238 inesplose al momento dell’impatto. Bonifica incerta. Non è opportuna riconsiderazione generale dell’attraversamento rischioso della città?“.

Mi complimento con voi per l’attenta ricerca storica eseguita, che fa sostanzialmente il punto sul possibile stato del sottosuolo in vista degli ormai imminenti cantieri dell’Alta Velocità – Alta Capacità Ferroviaria (comunemente chiamata TAV TAC).

Se mi permette, vorrei fare alcune considerazioni personali, con l’obiettivo di dare un contributo su questo tema per nulla dibattuto (si spera che almeno le istituzioni cittadine ci abbiano pensato), nonostante sia un tema centrale per ciò che concerne i lavori della TAV, dati i copiosi bombardamenti subiti dalla città e in particolare dalla sua Stazione.

Vorrei innanzitutto partire dalla sua domanda: è prudente continuare?. Beh, per rispondere alla sua domanda, gliene faccio una io: e se decidessimo di non farlo, cosa ne sarebbe della bonifica bellica già prevista in progetto e finanziata dallo stato? Non la facciamo più e lasciamo tutto così com’è?

Beh, qualcuno direbbe che le bombe sono rimaste lì sotterrate per 80 anni e potrebbe rimanerci per altrettanti ma queste battute temporali spesso non hanno portato bene. In realtà la messa in sicurezza dell’area ferroviaria della città dovrebbe essere un fattore irrinunciabile per la sicurezza della cittadinanza e dei viaggiatori e che semmai andava fatta ancora decenni fa. Considerando che tra la fine degli anni ’90 e la metà degli anni 2000 tutta la stazione di Vicenza fu completamente rimaneggiata (compresi i fasci di binari), sarebbe auspicabile che all’epoca siano stati fatti i dovuti lavori di bonifica bellica.

Quindi sono convinto che la messa in sicurezza del territorio che sarà eseguita grazie alla realizzazione della linea TAV sarà senz’altro un beneficio in termini di sicurezza. D’altra parte, in molte città d’Italia, dove vi sono importanti infrastrutture che sono state oggetto di lavori negli ultimi anni, si sono dovuti fare i conti con ordigni bellici caduti durante l’ultima guerra mondiale, poiché si tratta spesso di ferrovie o aeroporti già esistenti in quel determinato momento storico.

Piuttosto, e qui vengo invece alla parte critica del mio intervento, sarà da guardare con un certo occhio di riguardo la fase di bonifica bellica che sarà eseguita lungo tutto il tracciato ferroviario e che sarà antecedente all’avvio dei lavori.

I casi di Montebello che il suo giornale riportava, fanno riflettere sulla qualità delle analisi svolte in fase di bonifica bellica, più che sull’opportunità e sul dove realizzare l’opera. Ecco, il fatto che siano stati trovati ordigni anche durante le attività di cantiere, cioè dopo la fase di ricerca e bonifica, fa supporre che questa ricerca non sia stata svolta adeguatamente, almeno per le informazioni in nostro possesso.

Dato che, però, l’ambito ferroviario di Vicenza è stato teatro di pesanti e copiosi bombardamenti, come da voi ricordato e tradotto in numero di bombe probabilmente inesplose, ritengo sia necessario che il Consorzio Iricav Due, ma non solo, presti particolare attenzione alla fase di ricerca degli ordigni bellici, in quanto qui (a differenza di Montebello) i ritrovamenti bellici avverrebbero in luoghi urbanizzati, con l’obbligo di evacuare intere vie, se non addirittura interi quartieri. Come reagirebbe la cittadinanza se questo avvenisse più e più volte, magari dopo la conclusione delle ricerche belliche previste dalle attività di bonifica e nel pieno delle attività di cantiere? Ecco, lascio immaginare ai lettori.

Sul piano della bonifica sarà decisivo anche il ruolo delle Istituzioni, in particolare Prefettura ed Esercito, che sono le due autorità che si occupano della tematica (in particolare, l’esercito collauda le analisi di bonifica bellica fatte dal Consorzio Iricav Due), le quali dovranno prestare molta attenzione a come il Consorzio eseguirà le analisi belliche, proprio per evitare che durante i cantieri siano rinvenuti ordigni di vario genere.

Il Consorzio, per quanto noto, ha in previsione di fare una ricerca degli ordigni sia superficiale, sia in profondità; per cui alla sua fine, se sarà eseguita come da progetto approvato, si dovrebbe giungere alla definitiva sistemazione e pulizia di tutta l’area ferroviaria dagli ordigni bellici e quando parlo di area ferroviaria, intendo dal confine comunale ovest della città fino alla stazione (compresa).

E l’Amministrazione Comunale? Beh, che non si senta sollevata da responsabilità. Se è vero che non ne ha di dirette,è senz’altro suo il ruolo di rappresentare la cittadinanza e gli interessi di quest’ultima. Perciò ha il diritto e il dovere nei confronti del Consorzio e delle altre Istituzioni di chiedere un’analisi bellica precisa e puntuale, in modo da evitare il più possibile ritrovamenti postumi durante i lavori, che creerebbero tensioni nella cittadinanza. Una cattiva maestra l’abbiamo e si chiama bonifica del “Parco della Pace”, dove la bonifica bellica è durata diversi anni e alla sua conclusione sembrava non esserci più nulla sottoterra. Invece, negli anni successivi di cantiere, sono state ritrovate decine di ordigni inesplosi, costringendo i lavori ad andare avanti a singhiozzo e creando un certo imbarazzo tra tutte le istituzioni. Auspico che in questo caso le cose vadano diversamente, anche se il buongiorno che si vede al mattino (leggasi Montebello) non fa certo ben sperare.

In ogni caso, come scrivevo all’inizio, preferisco il disagio di una bonifica delle bombe inesplose (purché doverosamente ben fatta) legata a qualsiasi progetto di opera pubblica e quindi per la messa in sicurezza del territorio, piuttosto che lasciare le cose così come stanno, con gli ordigni inesplosi sepolti in eredità a chi verrà in futuro.

Ecco, quest’ultimo sarebbe il tipico atteggiamento politico che guarda solo al tornaconto elettorale del breve periodo e che sacrifica il bene comune e la costruzione di un futuro migliore per la comunità anche se, come in questo caso, richiede sacrifici.

A mio modesto modo di vedere, quest’ultimo atteggiamento è assolutamente da stigmatizzare, specialmente quando si parla di sicurezza e incolumità delle persone, concetti che dovrebbero trovare il primo posto tra le priorità della nostra classe politica…..

Chiudo ringraziandola dello spazio concessomi.

Lettera firmata