1000 giorni fa la Russia bombardava Kiev e in Europa la questione difesa è sempre più ingarbugliata

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Difesa
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e l'alto rappresentante dell'Ue per gli affari esteri e la politica di sicurezza Josep Borrell.

Bruxelles. In occasione dei 1000 giorni dall’invasione russa in Ucraina si sono riuniti a Bruxelles i ministri della Difesa dei Paesi membri. L’agenda di oggi ha visto proprio la guerra in Ucraina come principale snodo di discussione, anche a seguito di quello che è successo negli ultimi giorni: la telefonata del cancelliere tedesco Olaf Scholz a Vladimir Putin – che ha interrotto il prolungato isolamento internazionale del Cremlino – e uno dei peggiori attacchi missilistici dall’inizio della guerra. I ventisette ministri della difesa UE avranno un bel da fare a trovare una soluzione comune all’escalation del conflitto, contando soprattutto i problemi che sta creando proprio la Germania e la nuova situazione politica oltreoceano, con Donald Trump come nuovo presidente degli Stati Uniti. 

La Nato, l’Ue e l’Ucraina 

Il segretario generale della Nato Mark Rutte oggi ha preso parola al suo arrivo al palazzo Justus Lipsius, sostenendo che la Nato e l’Europa devono assicurarsi che “Putin non abbia successo e che l’Ucraina prevalga, questo significa più aiuti e più soldi, soprattutto adesso che Corea del Nord, Iran e Cina stanno aiutando la Russia”.  Rutte ha anche insistito sulla necessità di aumentare sia la capacità produttiva dell’industria bellica europea “per poter essere pronti ad affrontare qualunque avversità” sia la spesa militare dei ventisette perché “il 2% del Pil non è comunque abbastanza”.

Le parole di Zelesky all’Eurocamera e le reazioni dei leader Ue

“Resteremo a fianco dell’Ucraina per tutto il tempo che sarà necessario” queste le parole che la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola ha usato introducendo il discorso in videoconferenza del presidente ucraino Volodymyr Zelensky alla plenaria del Parlamento europeo. “Vi esorto a ricordarvi che Putin rimane più piccolo dell’Europa unita” ha detto Zelensky ricordando che “possiamo sicuramente spingere la Russia verso una pace giusta. Questo è ciò che desideriamo di più”. Anche la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha promesso che “il sostegno europeo e occidentale continuerà a fluire”, ricordando anche l’utilizzo degli asset congelati russi per riparare le infrastrutture energetiche ucraine prima dell’inverno “perché la Russia deve pagare per 1000 giorni di crimini e distruzione”. 

Le reazioni dei gruppi parlamentari

Le reazioni al Parlamento sono state più che positive, con il presidente del gruppo dei popolari europei Manfred Weber che ha dichiarato “l’Ucraina sarà presto un membro Ue, avete dimostrato di essere pronti” e poi ha concluso sostenendo che “l’unica via, cari amici, l’unica via è la pace attraverso la forza, non le concessioni. Non permetteremo a Putin di rubare il futuro europeo dell’Ucraina. Siamo con l’Ucraina e sì, vinceremo”. La presidente dei socialisti Iratxe García Pérez invece, ha sottolineato l’importanza di “un cessate il fuoco e colloqui di pace al più presto, poiché questo è l’unico modo per porre fine alla devastazione”. Perez ha rimarcato che “è positivo che sempre più persone parlino dell’importanza di una soluzione diplomatica”.

L’importanza della difesa comune per Crosetto

Il ministro della Difesa italiano Guido Crosetto è intervenuto a margine del consiglio della Difesa sostenendo che la guerra in Ucraina abbia reso l’Europa consapevole che “difesa, sicurezza e deterrenza sono i pilastri fondamentali per la costruzione della democrazia”. L’augurio del ministro è che l’idea originaria della Nato insegni “alle nazioni a collaborare per costruire una difesa più forte, integrando le capacità nazionali”. Sulla possibilità di negoziare la pace Crosetto sottolinea che “è necessaria la disponibilità di entrambe le parti e gli intensificati attacchi contro l’Ucraina dimostrano il contrario. È difficile supportare un Paese che si difende da un nemico molto più forte, che continua a colpire indiscriminatamente civili e infrastrutture”. Il ministro ha anche evidenziato il contributo dell’Italia “compatibilmente con le sue capacità, in particolare attraverso sistemi di difesa aerea”. “Questo sforzo – ha precisato Crosetto – rappresenta un atto di civiltà e una testimonianza dell’impegno italiano sul piano internazionale”. Il ministro Crosetto ha sottolineato che è necessario far fronte alle spese per la difesa attraverso il debito comune europeo “una simile misura – ha dichiarato – alleggerirebbe il peso economico su ogni singola nazione, uniformando gli interessi sul debito e trasformando la sicurezza in un patrimonio comune, garantito collettivamente”.

I risultati del Consiglio Ue sulla difesa

Dopo tutte queste belle parole, comunque i ministri della Difesa dell’Ue non hanno trovato un accordo sul nuovo pacchetto di aiuti militari da 6,6 miliardi di euro per l’Ucraina. A renderlo noto è stato l’alto rappresentante per la politica estera europea, Josep Borrell, che ha spiegato come la sua proposta di raggiungere un’intesa politica sul finanziamento di questa somma sia ancora in stallo. “Purtroppo non ci sono stati progressi sulla mia proposta di procedere con un accordo politico per rimborsare nel tempo questi 6,6 miliardi di assistenza militare all’Ucraina. Siamo ancora bloccati e ho incaricato gli organi tecnici del Consiglio di continuare a lavorare per una soluzione”, ha dichiarato Borrell al termine dell’incontro.