«Tutti contro Alfonso Bonafede: il vicepresidente del Csm, i togati al Csm di Area, la corrente progressista, gli avvocati penalisti, diversi esponenti politici della sinistra sono accomunati dalle critiche per il video del ministro della Giustizia che – compiacendosi per l’arresto dell’ex terrorista e omicida Cesare Battisti – indossa una giacca della polizia penitenziaria e manda sui social le immagini anche del fotosegnalamento dell’ex militante dei Nap».
Inizia così l’articolo su Il Fatto Quotidiano a firma di Antonella Mascali (titolo Area e Camere penali, tutti contro il video di Bonafede) che riprendiamo di seguito premettendo una nostra considerazione: solo due sere fa, ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo su La 7, il ministro della giustizia aveva detto che non discuteva le scelte di Matteo Salvini ma che lui, per un suo diverso stile, non avrebbe indossato polo o giacche dei Vigili del Fuoco e della Polizia: «io amo mettere solo la spilla della Polizia penitenziaria, che dipende dal mio Ministero, nell’asola della giacca».
Bravo il ministro e avvocato pentastellato, abbiamo pensato, per il rispetto istituzionale diverso da quello del ministro dell’interno leghista! Ma…
Ma, poi, prima del seguito dell’articolo su FQ, che evidenzia altre, diciamo, anomalie, ecco la foto con tanto di giacca della penitenziaria del ministro. In… malafede?
“Io non avrei fatto quel video”, ha detto il vicepresidente del Csm David Ermini. D’accordo con lui i consiglieri del Csm che appartengono ad Area, criticano anche il palchetto a Ciampino con i ministri Salvini, con giacca da poliziotto e Bonafede, all’arrivo di Battisti: “Quanto accaduto” dopo l’arresto di Battisti “finalmente assicurato alla giustizia” esprime ”un’idea primitiva di giustizia, indifferente al rispetto della dignità umana” e “allo stato di diritto”.
La Camera penale di Roma sta preparando un esposto relativo al video di Bonafede per “pubblicazione dell’immagine di persona privata della libertà personale ripresa mentre la stessa si trova sottoposta all’uso di manette ai polsi ovvero ad altro mezzo di coercizione fisica” mentre l’ordinamento penitenziario prevede che “sono adottate le opportune cautele per proteggere i soggetti tradotti dalla curiosità del pubblico e da ogni specie di pubblicità”.
Già martedì l’Unione delle Camere Penali aveva parlato, rispetto a quanto successo a Ciampino, come una delle pagine “tra le più vergognose e grottesche della nostra storia. È inconcepibile che due Ministri di un Paese civile abbiano ritenuto di poter fare dell’arrivo di un detenuto, pur latitante da 37 anni e finalmente assicurato alla giustizia, una occasione, cinica e sguaiata, di autopromozione propagandistica”.
Anche il Garante per i detenuti, Mauro Palma, ricorda quanto stabilito dall’ordinamento penitenziario e si augura che il video del Guardasigilli venga rimosso. La vicepresidente del Senato Anna Rossomando, Pd, con una interrogazione chiede se gli stessi agenti penitenziari ripresi nel video non siano ora “esposti a rischi per la loro sicurezza e incolumità”. Uno di loro si copre il viso, ma non è, come volevano le voci circolate ieri, un agente sotto copertura. Roberto Speranza, coordinatore di Mdp, dopo quel video vorrebbe le dimissioni di Bonafede