Bonus Covid anche a ricercatori e specializzandi: Consiglio Veneto approva con voto unanime

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Il Consiglio regionale del Veneto ha approvato con voto unanime la legge che estende il riconoscimento economico per i sanitari impegnati nel fronteggiare l’emergenza Covid anche ai professori e ricercatori universitari impegnati nell’assistenza e agli specializzandi del quarto e quinto anno. La legge veneta equipara pertanto ai dipendenti del servizio sanitario nazionale nel diritto a percepire il bonus economico integrativo previsto dal ‘Cura Italia’ quanti tra i 519 universitari veneti sono stati impegnati nelle cure ospedaliere e quanti tra i 727 specializzandi degli ultimi due anni delle scuole di specializzazione medica delle università di Padova e Verona hanno affiancato i medici strutturati in corsia nell’emergenza Covid. L’estensione regionale del bonus integrativo (che varia da un minimo di 600 euro ad un massimo di 2000 euro annui, a seconda del rischio di esposizione) trova copertura nella dotazione regionale per i Lea (Livelli essenziali di assistenza) e nelle donazioni di privati ed enti pervenute in Regione per l’emergenza Covid-19.

“Questo provvedimento è un segno di gratitudine – spiega in una nota il relatore e capogruppo della Lista Zaia Alberto Villanova – per lo straordinario impegno e l’abnegazione di tutto il personale sanitario impegnato in questa pandemìa, compresi i medici in formazione che hanno fiancheggiato i medici strutturati in corsia e negli ambulatori. Con questa norma andiamo a sanare una ‘svista’ nella legge nazionale (il decreto legge 18) che ha preso in considerazione solo i dipendenti del servizio sanitario e non tutti gli operatori del sistema pubblico. Qualora il governo nazionale dovesse estendere la possibilità di questo riconoscimento anche ai giovani medici in formazione dei primi tre anni delle scuole di specializzazione, saremo pronti a recepire i nuovi criteri”.

Impostazione e finalità dell’iniziativa regionale sono state condivise anche dai consiglieri di opposizione (Pd, Europa Verde, Veneto che vogliamo), che sono comunque intervenuti con una manovra emendativa volta a implementare le risorse stanziate dalla Regione per il bonus e ad estenderne il beneficio anche agli specializzandi dei primi tre anni che hanno affiancato i medici strutturati nell’esposizione al rischio Covid. Di tali proposte, anticipate in aula dalla correlatrice di minoranza Annamaria Bigon e argomentate nel dettaglio da Vanessa Camani (Pd) e Elena Ostanel (Veneto che Vogliamo), l’aula ha accolto il principio che le premialità siano proporzionali al rischio di esposizione al contagio e non allo stipendio. Le altre richieste, invece, relative a risorse e agli specializzandi dei primi anni, sono confluite in un ordine del giorno presentato da Elena Ostanel (Veneto che vogliamo) e sottoscritto dal Pd, che invita la Giunta a reperire fondi regionali per estendere il riconoscimento economico anche agli specializzandi dei primi anni

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