"L'Italia e gli Italiani hanno bisogno che le istituzioni diano grande prova di rettitudine, di lavoro, di dignità. La dialettica dell'antipolitica, che fa male se portata ad una indiscriminata caccia alle streghe, ma che ha almeno motivo di esistere finché ci siano nei politici condotte inaccettabili, deve essere superata dal buon esempio e dalla probità degli eletti: se questi scadono in miserie e vergogne che offendono la brava gente e tradiscono la loro fiducia devono essere esclusi dalla possibilità di rappresentare il popolo".
A dire questo non sono io, noto rompicoglioni e fustigatore, da primo peccatore, di chi non ha un briciolo di etica, in questo caso i parlamentari, cinque o tre non importa, e i 2.000 amministratori pubblici (tra cui non conteremmo, come abbiamo scritto, i consiglieri comunali "low cost" e alcuni assessori e sindaci di piccoli comuni che di certo non vivono di politica, alcuni dei quali nona casi si sono già auto rivelati) che hanno messo in tasca oltre allo stipendio mensile di circa 13.000 euro anche i bonus da 600 e 1.000 euro previsti per i lavoratori autonomi e a partita Iva.
Non sono io a scrivere le frasi iniziali sul caso dei bonus Covid incassati da ingordi parlamentari irrispettosi non della legge, che, pessima cosa in un'Italia di cinici profittatori, glielo consentiva, ma della disperazione di milioni di italiani, che pure dovrebbero rappresentare e tutelare, ma ce le invia Erika Stefani, avvocato, già ministro per gli affari regionali e le autonomie nel governo gialloverde e senatrice proprio di quella Lega a cui pare appartenga il manipolo più numeroso di mendicanti della politica.
Erika Stefani come la collega di partito Silvia Covolo, che si è espressa ieri con noi in maniera abbastanza chiara e senza nascondersi dietro un dito, non è una reduce liberale, per lo meno per la sua giovane età, ma con le sue parole ha mostrato uno "stile di altri tempi", come ci ha detto un suo collega che da più di un decennio frequenta palazzo Madama e Montecitorio, Pierantonio Zanettin, un "vecchio" liberale lui sì, a cui abbiamo anticipato la sua risposta alla domanda da noi rivolta a tutti i politici vicentini se non altro per condividere con qualcuno un attimo di consolazione di fronte ai silenzi generali se non, peggio, alle giravolte per giustificare l'ingiustificabile.
Qui non si sta parlando di un atto, l'incasso di un bonus, che è formalmente legale, ma si stanno evidenziando, usiamo le parole di Erika Stefani, le "miserie e vergogne che offendono la brava gente e tradiscono la loro fiducia" di coloro che per questo motivo "devono essere esclusi dalla possibilità di rappresentare il popolo".
Non ci sono "se" e "ma", perché, fermandoci al caso più eclatante dei parlamentari ingordi e "miseri", se, sotto la spinta di chi in Parlamento conserva un minimo di dignità e di rispetto dei cittadini, questi "signori" non si autodenunceranno e non si dimetteranno (altro che restituire poche centinaia di euro perché chi sottrae cento al popolo può sottrargli mille volte cento e poi mille e mille ancora!), la cancellazione dell’etica diventerà la sconfitta di tutta la classe politica perché quei cittadini elettori avranno tutto il diritto di generalizzare.
Signori deputati, signori senatori, signori governanti delle amministrazioni locali, se siete, come noi crediamo e vogliamo credere per la gran parte di voi, Signori prendete la parola a Montecitorio, a palazzo Madama, nei consigli regionali e delle maggiori città, quelli a cui competono prebende notevoli, e dichiarate uno per uno che non siete stati voi a incassare i bonus e, so che sembra assurdo ma è l'unico modo per scovare i farabutti che infangano soprattutto voi, gli onesti, mostrate i vostri estratti conto per provarlo o consentite a un certificatore terzo di controllarli per attestare la vostra estraneità!
Chi non ha da temere di essere smentito può e deve farlo. Chi non lo farà con la scusa della privacy vada fuori!
Altrimenti il taglio dei parlamentari e il taglio di qualunque altra rappresentanza pubblica ben retribuita (gli amministratori delle aziende pubbliche sono immuni da questo fenomeno?) non basterà a ridare credibilità ai superstiti in un Parlamento e in luoghi istituzionali e dirigenziali pubblici di cui più nessuno potrà fidarsi come ha detto, e stavolta non possiamo non essere d'accordo con lui, Luca Zaia.
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