Sul banco dei sospettati fra i deputati della Lega per aver intascato il bonus Covid da 600 euro destinato alle partite Iva finiscono Andrea Dara e Elena Murelli. I loro telefoni risultano spenti da due giorni. E anche oggi, dopo ripetuti tentativi fatti da Repubblica, non hanno risposto. I cellulari sono staccati per ordine dei vertici. Nella Lega infatti si stanno chiedendo chiarimenti, ma il cerchio sembra ristretto a quei due nomi. Il Carroccio ha imposto loro il silenzio sia verso i cronisti che verso i colleghi di partito, in attesa di delucidazioni sulla vicenda.
Ma chi sono Dara e Murelli? Andrea Dara, mantovano, 41 anni, fedelissimo di Matteo Salvini, è un piccolo imprenditore tessile: produce calze a Castiglione delle Stiviere, comune nel quale è stato consigliere comunale della Lega dal 2007 al 2011. Nel 2011 il “salto” a consigliere provinciale di Mantova, fino al ruolo di vicesindaco ancora a Castiglione delle Stiviere conquistato nel 2016. Nel 2018 infine l’approdo alla Camera, proprio grazie all’aiuto di Salvini.
La biondissima Elena Murelli è invece piacentina, originaria di Podenzano: 45 anni, docente a contratto di informatica e project management per l’Università Cattolica, è entrata nella Lega nel 2001 e dal 2009 è consigliera comunale a Podenzano. Anche lei è una “peones” del Parlamento, essendo stata eletta nel 2018, inserita nel listino in una posizione nobile (la seconda dietro a Gianluca Vinci nel proporzionale alla Camera). Murelli, membro della Commissione Lavoro di Montecitorio, è stata protagonista, alcuni giorni fa, di un duro attacco contro la maggioranza sul tema Covid. Nel suo intervento, diffuso anche dai social di Salvini, la deputata inveisce, riferendosi alla politica sui migranti: “Per tenervi le poltrone, importate il virus”.
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