Bonus e aiuti alle famiglie, Il Sole 24 Ore: “Governo cerca il rilancio in manovra”

654
famiglie veneto bonus
famiglia

Il Governo è al lavoro per rilanciare bonus e aiuti alle famiglie, rinnovare le misure in scadenza a fine anno e approvare alcuni correttivi. La partita si gioca in particolare nella legge di Bilancio 2025, in lavorazione.

Il Sole 24 Ore, nell’edizione odierna, dedica al tema il primo piano: due pagine per approfondire le mosse dell’esecutivo in cantiere e altri aspetti.

Scrive Michela Finizio: “In campo si gioca una partita da 55 miliardi di euro: è questo il valore complessivo delle principali misure in vigore nel 2024 che impattano sui nuclei familiari, tra prestazioni sociali, decontribuzioni e interventi sull’Irpef. Il calcolo elaborato dal Sole 24 Ore del Lunedì prende in esame le somme messe a bilancio e gli importi erogati per circa 25 benefici economici, diretti o indiretti, nove dei quali in scadenza il prossimo 31 dicembre. Per rinnovarle nel 2025 servono circa 19 miliardi di euro di coperture, da trovare nella manovra di fine anno.

La cifra dei 55 miliardi tiene conto del taglio del cuneo per 14 milioni di lavoratori fino a 35mila euro di reddito, che va rifinanziato per il 2025 e vale 11,7 miliardi l’anno. C’è poi la decontribuzione – sulle cronache “bonus mamme” – per le madri lavoratrici dipendenti con due o più figli, salita al 100% quest’anno, grazie a uno impegno da 567,8 milioni di euro: un pezzo di questa misura in assenza di rifinanziamenti (servono circa 200 milioni) scadrà a dicembre, in particolare lo sgravio per le madri con soli due figli; resterà in vigore fino a fine 2026, invece, quello per le madri con tre o più figli.

Alla cifra complessiva, poi, contribuiscono gli stanziamenti per l’assegno unico, finanziato a regime: il budget di spesa per il 2024 è pari a 19,24 miliardi, di cui circa 500 milioni aggiunti per coprire gli aumenti introdotti con la legge di Bilancio 2023; contribuiscono anche i bonus gas e luce, erogati per un totale di 2,4 miliardi nel 2023 secondo l’ultimo report annuale di Arera; così come i fondi per il bonus nido, potenziato a regime per i secondi figli con 815,8 milioni di euro per il 2024.

Nella partita dei 55 miliardi sono inclusi anche 15 miliardi necessari per coprire il minor gettito Irpef proveniente da 200 bonus fiscali (si veda l’articolo a destra) e il taglio dell’imposta sulle persone fisiche da 4,3 miliardi, realizzato da gennaio 2024 tramite l’accorpamento dei primi due scaglioni in unico fino a 28mila euro, con aliquota al 23 per cento. Quest’ultimo, insieme all’abbattimento del cuneo, si è tradotto in un beneficio medio di 1.298 euro per gli interessati. Il Governo vorrebbe confermarlo nel 2025, con ulteriori ritocchi sul prelievo fiscale.

In ballo, poi, c’è la sempre più pressante richiesta di rifinanziare il bonus psicologo, per cui sono impegnati dieci milioni di euro l’anno: nel 2024 le domande arrivate a Inps sono state oltre 400mila, ma saranno meno di 7mila le persone che riusciranno a usufruirne. Oppure il nuovo esonero contributivo di massimo 3mila euro annui per 24 mesi, destinato agli ultra 80enni percettori di indennità con Isee sotto 6mila euro, introdotto dal Dl 19/2024 per chi assume o stabilizza a tempo indeterminato una badante, finanziato per il quinquennio 2024-28 con soli 137,2 milioni di euro: si stima che appena 20mila anziani possano fruirne, a fronte di una platea potenziale di 4,5 milioni di over 80 (1,1 milioni con l’indennità di accompagnamento) e 3,86 milioni di persone non autosufficienti (dati Istat e Inps).

Infine si sommano altre misure di minore entità in scadenza al 31 dicembre 2024, ma comunque incisive nel bilancio familiare: la riduzione da 90 a 70 euro del canone Rai; il rinnovo anche per il 2025 della carta Dedicata a te che proprio in queste ore sta arrivando alle famiglie interessate (si veda l’articolo a destra); la conferma di altri tre provvedimenti, cioè l’innalzamento della soglia di esenzione dei fringe benefit, la seconda mensilità di congedo parentale all’80% e la garanzia all’80% – che da gennaio tornerebbe al 50% – del Fondo mutui prima casa per l’acquisto dell’abitazione principale”.

Fonte: Il Sole 24 Ore