I telefoni delle sedi di Confartigianato in Veneto sono “roventi”.
“Non passa ora – afferma Roberto Boschetto Presidente di Confartigianato Imprese Veneto– senza raccogliere drammatiche testimonianze di chi, eseguiti lavori e applicato lo sconto in fattura (anticipando al cliente il beneficio fiscale), oggi si ritrova con il cassetto fiscale stracolmo di crediti (stimiamo almeno 400 milioni di euro solo in regione) che nessuno, neanche i soggetti che avevano assunto l’impegno di farlo, vuole o può acquistare”.
“Le nostre imprese –prosegue – si sono affidate con fiducia ad un meccanismo varato dal Legislatore, hanno anticipato l’acquisto di materiali, pagato il personale dipendente, versato tasse e contributi in cambio di crediti fiscali che avrebbero dovuto monetizzarsi grazie alla loro ulteriore cessione e che ora, invece, si ritrovano in mano come se fosse carta straccia”.
La situazione in cui si trovano impantanate, oggi, 85mila imprese artigiane venete edili, impiantiste e serramentiste, ulteriormente gravate dalla bolla speculativa dei costi dei materiali e dei semilavorati che si è venuta a creare, è a un passo dal trasformarsi in una vera e propria catastrofe.
“Per scongiurare il fallimento di migliaia di imprese – afferma Boschetto– sono indispensabili sia un intervento straordinario da parte dello Stato che metta in campo un compratore di ultima istanza con il coinvolgimento immediato, ad esempio, di Cassa Depositi e Prestiti e Poste S.p.A che una conversione dei crediti in titoli negoziabili sul mercato”.
“Inoltre –conclude il Presidente-, per rimettere in moto il mercato della cessione del credito e far ripartire i cantieri come Confartigianato abbiamo 5 proposte concrete e velocemenete realizzabili”
Ampliare la platea dei cessionari : nei cui confronti le banche e i gruppi bancari possono in ogni caso effettuare la cessione, per consentire un buon assorbimento dei crediti fiscali;
Consentire l’utilizzo oltre l’anno 2022 della quota di credito d’imposta non fruita: e derivante dalla concessione di sconti in fattura. Infatti, molte imprese che hanno concesso lo sconto in fattura negli ultimi mesi dell’anno 2021 non hanno trovato cessionari disponibili all’acquisto dei crediti. Se non dispongono di capienza fiscale, rischiano di perdere la prima rata annuale per la parte non compensata;
Riaprire il termine per la trasmissione delle comunicazioni di opzione, scaduto il 29 aprile 2022: Sono molte le imprese che, per motivi diversi (inerzia di un soggetto terzo incaricato, rifiuto del cessionario per errori formali contenuti nella comunicazione di opzione) non hanno potuto trasmettere (o ritrasmettere) la comunicazione nel termine del 29 aprile. Peraltro, è stata rappresentata l’opportunità di prevedere, a regime, l’eliminazione di un termine rigido almeno per lo sconto in fattura, o di introdurre un termine più ampio. In alternativa, potrebbe essere introdotta la possibilità di una “remissione in bonis”;
Semplificare e unificare le procedure per l’istruzione delle pratiche di cessione: in modo da garantire tempi ragionevoli e sufficiente certezza tra gli operatori-imprese che confidano nella monetizzazione del credito.
Rendere interoperabili le piattaforme utilizzate dai diversi istituti di credito al fine di semplificare ed unificare le procedure per l’istruzione delle pratiche di cessione.