Boom di quarantene e contagi, Boschetto (Confartigianato Veneto): “ripresa economica a rischio”

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Boschetto quarantene frenano economia
Boschetto quarantene frenano economia

“Sono circa 200 mila i veneti attualmente a casa e le stime Gimbe prevedono di arrivare a 300 mila entro la fine del mese se il trend di questi giorni dovesse mantenersi. Di fronte a questi numeri, le nostre imprese si trovano alle prese, ogni giorno, con reparti sguarniti che rallentano la produzione e mettono a rischio la ripartenza delle aziende”. Ad affermarlo nel comunicato che pubblichiamo Roberto Boschetto Presidente di Confartigianato Imprese Veneto che precisa: “tra malattie, isolamento fiduciario, carenza di manodopera e aumento delle materie prime, la tanto attesa ripartenza rischia di impantanarsi in quella che il nostro Presidente nazionale Granelli ha definito una tempesta perfetta”.

Centinaia di migliaia di lavoratori sono a casa: chi perché positivo al Covid-19, chi perché aspetta il tampone dopo un contatto stretto con un positivo, chi (i genitori) perché in isolamento fiduciario con i figli positivi. Il risultato però non cambia: è forza lavoro in meno per le aziende. E se uffici e personale amministrativo provano a “difendersi” con il lavoro agile, l’artigianato e le MPi manifatturiere non hanno altra alternativa che organizzare al meglio li reparti e la produzione rischiando però di dover chiudere per mancanza di personale.

“Nell’ambito delle nostre imprese – sottolinea Boschetto – il 90% dei nostri collaboratori non può lavorare in smart working, dunque all’orizzonte vedo danni per le aziende. Sono due anni che teniamo duro, ma l’abbiamo sempre detto, in una piccola impresa, dove tutti i dipendenti sono essenziali, se ne manca anche uno solo significa incrociare le braccia. Nel momento in cui hai delle commesse, delle consegne e dei lavori da terminare, il rischio è che salti tutto. La stessa mia impresa di costruzioni –racconta-, ha vissuto direttamente il fenomeno. Sono giorni che sto pensando all’organizzazione del lavoro perché poco prima delle feste mi sono trovato proprio nella situazione di avere due dipendenti (famiglie giovani, con bambini piccoli che portano inconsapevolmente il virus in famiglia) rimasti a casa e ho dovuto rallentare la produzione. Non posso mica andare in agenzia interinale e chiedere persone: i miei lavoratori sono figure specializzate che non si trovano schioccando le dita. Devi spiegare al cliente che ci sono stati dei ritardi e non sempre è disposto a capire o a venirti incontro. Tutto questo –conclude– in uno scenario di enorme incertezza e confusione: le materie prime che scarseggiano, il raddoppio dei costi di luce e gas, il lavoro che arriva a ondate, la mancanza di personale qualificato e adesso pure i 50enni obbligati al vaccino che sono figure altamente qualificate, insomma il risultato è proprio una tempesta perfetta”.