La partecipazione attiva delle sommelier e delle/degli addette/i alla comunicazione della Wine Specialists Council al Wine Lab di Partesa, svoltosi presso il ristorante Gota di Trani (BT) lunedì 9 maggio 2023, è stata un’esperienza didattica di pura ed efficace formazione, durante la quale si è potuto degustare e apprezzare il lavoro di viticultori di tutta Italia, molti dei quali presenti e intervistati da noi. Non solo, per questo Wine Lab Partesa ha messo a disposizione di ristoratori, sommelier e Wine Specialists anche ricercati e interessanti vini stranieri, soprattutto francesi, ma anche spagnoli, austriaci e tedeschi, che noi proveremo a raccontarvi nei nostri prossimi numeri del bollettino.
Per poter essere estremamente professionali e all’altezza dell’impegnativo programma di degustazione di questo Wine Lab, che si è svolto nell’arco di qualche ora, ci siamo dati un criterio geografico e cromatico, per cui cominceremo a raccontarvi due bianchi francesi, uno proveniente dalla zona di Bordeaux e l’altro dalla parte più settentrionale della Borgogna.
Bordeaux Blanc AOC, Château Mont-Perat 2020, 13,5% vol.
Situata sulla Côtes-de-Bordeaux, l’azienda Le Perat, rilevata solo nel 1998 dalla famiglia Despagne, è stata portata in pochi anni da una condizione di totale abbandono a livelli assolutamente concorrenziali rispetto alle altre cantine della zona. La nuova proprietà, che ha anche ribattezzato la tenuta di oltre cento ettari Château Mont Pérat, perché situata in zona prevalentemente collinare, ha anche avviato una serie di lavori per ravvivare la produzione in un terroir spettacolare, qual è quello del Bordeaux, ma anche per drenare l’acqua, che rischiava di essere inutilizzata su colline estremamente ripide. Dai risultati che abbiamo potuto appurare in questo Wine Lab, in cui l’azienda ha portato soltanto un Bordeaux Blanc AOC 2020, ricavato da 65% Sauvignon Blanc e 35% Semillon, il lavoro fatto è davvero eccellente. Il vino fa un affinamento nei legni di dieci mesi, ma 2/3 in barrique, mentre la restante parte in botte grande, per cui il risultato è un vino dal colore giallo dorato, limpido e trasparente. Al naso arriva forte una sensazione di fruttato e floreale: un pungente profumo di frutta esotica, tra cui mango e papaya, insieme ai fori di limone, alle zagare, al lemon grass, tante erbe aromatiche, oltre ad una spiccata mineralità calcarea e sentori di vaniglia per una intensità lunga e una complessità ampia. All’assaggio è secco, caldo, avvolgente, citrino nell’acidità e salato, sicuramente un vino di corpo, equilibrato dalla lunga persistenza, da abbinare anche ad una carne bianca di selvaggina, tipica dalla cucina francese.
Chablis AOC, Domain Hamelin, 12,5% vol.
Lo Chablis è uno dei vini bianchi più prestigiosi tra quelli prodotti in Francia e per questo Wine Lab ne abbiamo un esemplare dell’azienda Domaine Hamelin, una cantina che estende i suoi vigneti sui villaggi di Poinchy, Beines e Lignorelles in Borgogna. Si tratta di un vino prodotto in una regione più fredda rispetto a quelle in cui generalmente viene allevato lo Chardonnay, che resta l’unico vitigno ammesso dal disciplinare, per cui se ne ricava una maggiore acidità e una minore complessità dal punto di vista olfattivo rispetto ad altri Chardonnay. Tuttavia, per dare maggiore struttura ai loro vini, Thierry e Charles Hamelin cercano sempre di ridurre al minimo l’utilizzo di prodotti chimici per i vari trattamenti delle vigne. Il risultato del lavoro di questi produttori francesi che viene presentato al Wine Lab è semplicemente Chablis, ma ci sarebbero anche diversi cru e cuvée, che saremmo estremamente curiosi di degustare. Il vino si presenta di colore giallo dorato, trasparente e brillante, mentre all’esame olfattivo il fruttato di mela verde cede subito il passo al floreale con leggeri sentori di crosta di pane per una complessità e intensità piuttosto semplice. All’assaggio si presenta secco, caldo, fresco e sapido con un corpo esile. Si tratta di vino equilibrato con una persistenza media, da abbinare ad un formaggio molto delicato e poco stagionato.
di Donatella di Meo e Michele Lucivero.
Donatella di Meo, classe ’79 subito dopo gli studi entra a far parte del settore della GdO, attualmente fa parte di una grossa realtà del Sud Italia come caporeparto Ortofrutta.
In concomitanza con il suo lavoro studia per diventare sommelier e nel luglio 2021 consegue il diploma. Affascinata da tutto ciò che riguarda il food & wine si aggiorna continuamente e partecipa attivamente agli eventi organizzati dall’Associazione di cui fa parte la Wine Specialists Council.
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a cura di Michele Lucivero