Borgo Berga, le Associazioni: “il Ministero ci dà ragione, smentendo le tesi del Comune di Vicenza”

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Borgo Berga occupato (foto di archivio)
Borgo Berga occupato (foto di archivio)

Il Ministero dei Beni Culturali – è scritto in un comunicato delle Associazioni Italia Nostra, Legambiente Veneto, Legambiente Vicenza, Civiltà del Verde, Comitato contro gli Abusi Edilizi – con lettera del 29 marzo 2019 conferma l’esistenza del vincolo paesaggistico nell’area di Borgo Berga, smentendo la tesi dei tecnici comunali e dando piena ragione a quanto sostenuto da anni dalle Associazioni ambientaliste.

Già nel dicembre dell’anno scorso, il Ministero aveva intimato all’Amministrazione comunale di annullare i titoli edilizi privi della necessaria autorizzazione paesaggistica, incontrando però il rifiuto dei dirigenti comunali. La nota (MIBAC REPLICA Prot.N.0059043-2019) arrivata ora da Roma ribadisce quanto intimato in precedenza e non ammette repliche.

L’assessore al Territorio, nell’intervista al Giornale di Vicenza del 12 aprile, minimizza però la gravità della vicenda. La querelle non “si gioca sul filo delle interpretazioni”: il Comune, infatti, fonda la sua tesi su un documento, redatto nel 1979, che non è mai entrato tra gli atti ufficiali del Piano Regolatore del 1983, ed è quindi privo di ogni validità, come ben ricorda la nota ministeriale che parla di “fatto incontrovertibile e dirimente”. Gli stessi uffici ministeriali evidenziano tra l’altro che prima del 2014 il Comune, in sintonia con la Soprintendenza, riconosceva il vincolo, salvo poi modificare il precedente orientamento.

Non è vero che le opere realizzate dopo il 2014 riguarderebbero “semplici modifiche di facciata”, trattandosi invece di interventi edilizi che hanno portato al completamento di interi edifici a partire da scheletri in cemento armato, privi di tamponature laterali. Come ben mostrano tutte le foto scattate in quel periodo e riportate dalla stampa e dai servizi televisivi.

Ma la questione più grave a nostro avviso, che non viene menzionata nella sopracitata intervista, riguarda le autorizzazioni paesaggistiche rilasciate prima del 2014, quando ancora il Comune riconosceva l’esistenza del vincolo, e che l’Assessore sa non essere regolari in quanto rilasciate da un ufficio (SUAP) privo dei requisiti di legge. Al riguardo, lo stesso assessore, in una risposta ad una interrogazione del 7 febbraio c.a., ammette trattarsi di: “una pluriennale e colpevole inadempienza”.

La vicenda dimostra come tutte le autorizzazioni paesaggistiche (non solo quelle relative a Borgo Berga) dal 2010 al gennaio 2019 sono state rilasciate in violazione di legge e in disapplicazione di una delibera del Consiglio Comunale che obbligava gli uffici a mettersi in regola.

Solo nel gennaio di quest’anno e dopo le denunce delle Associazioni ambientaliste, il Comune ha provveduto ad istituire una struttura tecnica che dovrebbe, secondo quanto prescrive il Codice del Paesaggio, essere indipendente dall’ufficio che rilascia i permessi di costruire (SUAP), nonché dotata delle necessarie competenze tecnico-scientifiche in materia di paesaggio.

Dunque per anni il SUAP ha rilasciato autorizzazioni paesaggistiche anche per progetti ad elevato impatto ambientale, senza una valutazione idonea e indipendente. Tra questi il complesso edilizio di Borgo Berga ne è l’esempio più eclatante, tant’è che L’UNESCO lo definisce: “devastante nel contesto locale” e causa di “danni significativi e importanti alla proprietà patrimonio mondiale”.

Auspichiamo che il Comune ottemperi senza ritardo alle richieste del Ministero, in caso contrario questo ultimo dicastero potrà intervenire in forza dei poteri-doveri sostitutivi e, comunque, come ricordato nella sua nota: “rimangono ferme le responsabilità connesse all’adozione e al mancato annullamento del provvedimento illegittimo”.