Con il completamento dell’acquisizione di Borsa Italiana da parte di Euronext (gruppo con sede in Olanda che riunisce già le borse di Parigi, Amsterdam e Bruxelles) può dirsi completata, tra luci ed ombre, la realizzazione della principale infrastruttura di mercato pan-europea. Dell’operazione fanno parte anche Cassa depositi e prestiti, braccio finanziario del ministero dell’economia italiano e il gruppo Intesa Sanpaolo che entrano a far parte dell’azionariato di Euronext, unitamente a diversi altri eccellenti players come Bnp Paribas (Francia), Abn amro (Olanda), Société Générale (Francia), la cassa depositi e prestiti francese, Euroclear, il fondo sovrano di Singapore Cig e Blackrock.
Senonchè la mancanza di un mercato italiano, indipendente, pone una questione di centrale importanza su cui Meritocrazia Italia richiama una seria riflessione collettiva, evidenziando come la cessione del nostro mercato ufficiale di quotazione con la conseguente perdita di controllo interno, potrebbe generare una seria mortificazione di delicati comparti del nostro tessuto economico, specie con riferimento al mercato dell’AIM ed al listino delle PMI e start up innovative italiane, che difficilmente troverebbero adeguato sostegno a livello internazionale e conseguente idoneo spazio creditizio a livello di sistema bancario nazionale.
Per tali ragioni Meritocrazia Italia chiede che il Governo, per il tramite del MEF e dell’autorità di vigilanza, ponga la massima attenzione su tale aspetto non certo secondario, garantendo alle imprese italiane una elevata ed agevole fruibilità ed accessibilità ai mercati di capitali, così contenendo i potenziali effetti centrifughi connessi alla cessione della Borsa italiana, posto che una regolamentazione europea non attenta alle specificità delle nostre imprese potrebbe determinare la chiusura di importanti canali di finanziamento, con conseguente profonda lesione del nostro tessuto economico e produttivo a breve e lungo termine.