Bostrico, Possamai (PD): “più letale di Vaia per foreste venete. Dal Governo risorse e procedure più snelle, adesso occorre agire in fretta”

561
Emergenza bostrico per le foreste
Emergenza bostrico per le foreste

“Il bostrico rischia di essere ancor più letale di Vaia per le nostre foreste, mettendone a rischio la sopravvivenza. Il Governo ha snellito le procedure, stanziando anche i soldi. Adesso la fase attuativa sia conseguente, perché gli alberi devono essere portati via con la massima urgenza”.

Giacomo Possamai, capogruppo Pd in regione Veneto
Giacomo Possamai, capogruppo Pd in regione Veneto

A dirlo, nella nota che pubblichiamo, è Giacomo Possamai, capogruppo del Partito Democratico Veneto, rilanciando l’allarme sulla proliferazione del parassita che, secondo il rapporto dei Servizi forestali della Regione, potrebbe attaccare una massa legnosa superiore, dalle due alle cinque volte, a quella abbattuta dalla tempesta nell’autunno del 2018.

“Sono le stesse linee guida di Palazzo Balbi a indicare come la forma di lotta più efficace contro il bostrico sia la rimozione del ‘materiale infestato’ in tempi rapidi: occorre distruggere le larve in fase di sviluppo prima dello sfarfallamento. È un pericolo che col disgelo primaverile si moltiplica a dismisura e il pericolo vero è che il danno diventi irreparabile, visto che attacca non solo le piante a terra, ma anche quelle in piedi indebolite da vari fattori di stress. L’emergenza bostrico è stata pienamente riconosciuta dal Governo, sganciandola da Vaia, l’ultima proroga emergenziale per la tempesta è scaduta lo scorso 8 novembre, ed è un bene perché gli amministratori locali lamentavano che non riuscivano comunque a spendere le risorse dedicate”.

“Nell’ultima legge di bilancio – sottolinea Possamai – è stato creato un apposito fondo per la prevenzione delle infestazioni fitosanitarie provocate proprio dal bostrico con una dotazione complessiva di sei milioni, tre per il 2022 e altrettanti per il prossimo anno. Fondo che poi auspichiamo venga rifinanziato. Ma soprattutto vengono sveltite le procedure, applicando quelle misure di accelerazione previste dalla legge 108/2021, l’ex Decreto semplificazioni bis, legate al Pnrr. È previsto, tra l’altro che proprietari, pubblici e privati, o conduttori dei boschi minacciati possano procedere alle operazioni urgenti di prevenzione più adeguate, inclusi gli abbattimenti, previa comunicazione alla Regione in deroga ad ogni disposizione vigente in materia vincolistica e di valutazione di impatto ambientale. Sono provvedimenti che avevamo caldeggiato. Adesso manca l’ultimo passo: quello dell’attuazione che dovrà andare nella stessa direzione, semplificazione e accelerazione delle procedure, facendo chiarezza su ogni dubbio a partire dalla possibilità di installare teleferiche e realizzare piste di esbosco”.

“Le tempistiche – insiste in chiusura – sono fondamentali perché l’emergenza non è solo fitosanitaria ma anche economica. Nelle linee guida regionali, ad esempio, si invita alla scortecciatura dei tronchi per limitare la quantità di legno a beneficio del bostrico, un’operazione efficace che però pesa in modo consistente sui costi di esbosco. Sono sei euro al metro cubo, se consideriamo che solo nell’Altopiano dei Sette Comuni la massa colpita è di circa 500mila metri cubi, arriviamo a un esborso di tre milioni. Questo ovviamente riduce fortemente i margini di redditività, a meno di non alzare in maniera proporzionale il prezzo finendo però fuori mercato”.