Storie Vicentine ci racconta la storia della Stamperia d’arte Busato, una bottega storica operativa dal 1946.
Una buona parte di vicentini saprà che in Contrà porta Santa Lucia a Vicenza, con una semplice passeggiata dalle mura della città verso Ponte degli Angeli, possiamo rilevare la presenza di svariate realtà artigianali, operose e silenziose. Falegnameria Zanchetta, tappezzeria Laspa, litografia Busato sono solo alcuni dei nomi di piccole attività che non fanno sentire la propria voce attraverso la pubblicità, ma che onorano ogni giorno la loro storia produttiva attraverso il proprio lavoro.
La Stamperia d’arte Busato opera dal 1946, da quando Ottorino Busato mise a frutto l’esperienza fatta in altre stamperie per aprire il proprio laboratorio di litografia e calcografia. Gli anni sessanta e settanta furono molto fiorenti per l’attività e il figlio del fondatore, Giuliano Busato, ebbe la gioia di lavorare per artisti come Neri Pozza e Tono Zancanaro. Proprio sul finire di questo periodo fervente, il piccolo Giancarlo (figlio di Giuliano) studiava nella bottega artigiana, tra i fogli immacolati e quelli già pregni dell’inchiostro impresso dal padre per conto degli artisti. Qui, immerso nelle equazioni da risolvere, Giancarlo apriva ampie parentesi sullo studio matematico osservando suo padre
alle prese con Murer, Treccani, Guidi o Guttuso.
Il giovane respirava l’alchimia che ci deve essere tra l’artista committente e il tecnico stampatore: l’uno cerca di spiegare l’idea, la magia che l’opera deve trasmettere al fruitore finale, l’altro traduce il tutto operativamente, mettendo all’erta l’artista sui pericoli o le sbavature che le tecniche della litografia, dell’incisione o della xilografia possono nascondere. Proprio questa stretta relazione tra artista e stampatore affascinò Giancarlo nella sua giovane età, portandolo a decidere di proseguire l’attività di famiglia anziché seguire il percorso naturale degli studi scientifici che stava affrontando. Grazie agli insegnamenti del padre e alla preziosa collaborazione dello storico dipendente Valerio (andato in pensione l’anno scorso dopo 44 anni di onorevole servizio in Stamperia
Busato), egli imparò dapprima il mestiere e poi iniziò a metterci le idee. Parliamo ormai
della fine degli ottanta e i novanta, anni in cui a Giancarlo era chiaro che gli artisti committenti stavano diminuendo numericamente.
Nuove tecnologie digitali erano all’orizzonte e questo avrebbe cambiato lo scenario degli artisti emergenti. Bisognava sostituire in qualche modo i clienti in diminuzione, farsi conoscere, e così Giancarlo decise che era arrivato il momento di aprire le porte della Stamperia al pubblico, condividendo con chiunque l’ambiente magico dell’interno 38 di Contrà porta Santa Lucia e la manualità dell’artigiano sapiente.
Il giovane pensò anche di presentare la propria attività al di fuori del laboratorio, in controtendenza con la mentalità del tempo (“I schei se fa in botega”). Grazie alla sua ottima capacità comunicativa tutt’oggi Giancarlo porta la storia dell’attività in numerosi
istituti italiani e riceve oltre milleduecento studenti all’anno in Stamperia per promuovere l’attività. L’anno scorso, proprio attraverso una di queste visite in laboratorio, lo studente di liceo linguistico Marco si è entusiasmato per la particolarità e l’unicità di questo mestiere, iniziando a collaborare come dipendente e alimentando la speranza che l’attività possa proiettarsi per un’altra generazione.
Di Francesco Sattin da Storie Vicentine n. 14-2023.