BPVi. L’azione di (ir)responsabilità contro Zonin & c., puntata 18: Immoberdan, altre operazioni creditizie con il gruppo Degennaro

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BPVi. Risparmiatori ingannati. L'azione di (ir)responsabilità
BPVi. Risparmiatori ingannati. L'azione di (ir)responsabilità

Proseguiamo nella pubblicazione a puntate di alcuni capitoli di “BPVi Risparmiatori ingannati. L’azione di (ir)responsabilità”, l’azione di responsabilità intentata “in forza di delibera assembleare del 13 dicembre 2016, nonché di delibera del Consiglio di Amministrazione in data 19 gennaio 2017…” dalla BPVi ora in Lca rappresentata e difesa dagli avv.ti Carlo Pavesi […], Stefano Verzoni […], Paolo Pecorella […], pur rischiando di non venderne le ultime copie disponibili, il cui incasso di certo non ci farebbe male dopo il pignoramento della Donazzan.

Qui potete trovare tutte le puntate, mentre in questa, la diciottesima, è la volta delle operazioni creditizie con il gruppo Degennaro: Partecipazioni Investimenti Real Estate S.r.l.

N.B.

1 – L’atto completo è scaricabile a pagamento dalla sezione Documenti e Files Premium di Bankileaks.com col titolo Azione di responsabilita della BPVi contro Gianni Zonin c.

2 – per completezza di informazione è scaricabile sempre da Bankileaks.com e nella stessa sezione a pagamento la Citazione Gianni Zonin Contro BPVi Del 6 Dicembre 2016

3 – la stessa procedura via seguita per scaricare la Comparsa Di Costituzione E Risposta KPMG Per Azioni Di Responsabilità BPVi, 9 Maggio 2018

  1. LE CONDOTTE RILEVANTI

6.4.5.- Segue: Immoberdan S.r.l.

Altra newco riconducibile al gruppo Degennaro, anch’essa beneficiaria di ‘generosi’ finanziamenti da parte della Banca, è Immoberdan S.r.l., a favore della quale, in data 8 febbraio 2011, il Comitato Centrale Fidi autorizzava “un intervento ipotecario di complessivi Euro 17 milioni” per sostenere un “intervento edilizio che prevedeva in una prima fase l’acquisto di un’area in stato di degrado e successivamente, ad autorizzazioni ottenute, la realizzazione di un complesso edilizio” a uso prevalentemente residenziale/terziario” (cfr. ns. doc. 189, pagg. 8 e 9).

La struttura del finanziamento prevedeva l’erogazione di:

14 milioni di Euro a titolo di mutuo ipotecario (scadenza a 36 mesi), garantito da ipoteca di primo grado sull’area oggetto dell’iniziativa immobiliare e da fideiussione di pari importo rilasciata dalla controllante, SINPA S.p.A.;

3 milioni di Euro su conto corrente ipotecario (scadenza a 36 mesi), garantito da ipoteca di secondo grado, da costituirsi anch’essa sull’immobile oggetto dell’operazione finanziata.

In data 19 aprile 20 Il, il Comitato Fidi approvava la rimodulazione del credito, “incorporando il mutuo ipotecario di 141M/n ed il c/c ipotecario di 31M/n in unica operazione di mutuo ipotecario ordinario di complessivi 171M/n, fermo restando la scadenza originariamente deliberata (36 mesi) nonché i rapporti di garanzia” (cfr. ns. doc. 190, pag. 10).

A variare, tuttavia, era l’operazione nel suo complesso. 

Immoberdan non avrebbe più venduto l’area, ma il Gruppo Degennaro avrebbe ceduto le sue quote al Gruppo Nitti, con il rimborso del credito che sarebbe dipeso dalla concessione di un finanziamento in pool a favore del Gruppo Nitti (cui la banca avrebbe preso parte), volto a sostenere anche la fase di realizzazione dell’originario progetto immobiliare.

In data 31 gennaio 2012, il Consiglio autorizzava quindi la partecipazione della Banca al finanziamento in pool (composto, peraltro, dalle sole BPVi e Banca Popolare di Bari) in favore del Gruppo Nitti, un’operazione del valore di 67 milioni di Euro, in cui la capofila sarebbe stata, appunto, la Banca Popolare di Bari, mentre BPVi avrebbe partecipato con una quota di finanziamento pari a 39,5 milioni di Euro (cfr. ns. doc. 191).

A garanzia di tali concessioni, venivano rilasciate dai soci di riferimento del Gruppo Nitti delle fideiussioni, fino a concorrenza dell’intero credito accordato, oltre a una conferma dell’ipoteca già esistente, che tuttavia, nell’occasione, vedeva (immotivatamente) aumentare il suo valore di oltre tre volte.

Seguivano una serie di delibere da parte del Comitato Crediti (in date 13 aprile 2012, 7 settembre 2012, 14 dicembre 2012 e 10 maggio 2013, cfr. ns. docc. 192, 193, 194 e 195) con le quali la Banca, nell’ambito dell’operazione in pool, accordava ulteriori rimodulazioni, sempre nell’ottica di sostenere finanziariamente il progetto immobiliare portato avanti dalla prenditrice.

Tutto questo, nonostante tale progetto presentasse dei profili di criticità, generati dal ‘’protrarsi dei tempi di acquisizione delle autorizzazioni per avviare i lavori”, che, in occasione della delibera del 14 dicembre 2012, gli organi intermedi ‘derubricavano’ a mere “causa di forza maggiore indipendente dalla determinazione della richiedente” (cfr. ns. doc. 194, pag. 11). 

Resta il fatto che gli affidamenti sono rimasti per la gran parte non rimborsati, sicché la posizione è stata svalutata per Euro 10.492.827, importo che corrisponde alla perdita subita dalla Banca al 30 novembre 2016.

Passando ai profili di criticità imputabili ai precedenti vertici aziendali, va anzitutto sottolineato come già con il primo finanziamento (in data 8 febbraio 2011), l’organo deliberante (il Comitato Centrale Fidi) concedeva un significativo finanziamento (di 17 milioni di Euro) a una newco, del tutto priva di capacità reddituale.

A ciò si aggiunga che la scadenza del mutuo (3 anni, con rimborso bullet) era prima facie incoerente con le effettive tempistiche di realizzo dell’iniziativa immobiliare, ove solo si consideri che il tempo stimato per l’ottenimento delle autorizzazioni era 3 anni. Anche attraverso una valutazione ex ante, quindi, era prevedibile che la prenditrice non sarebbe stata in grado di restituire il finanziamento entro il termine di scadenza prefissato.

Non solo. L’ipoteca sui terreni oggetto del progetto immobiliare finanziato non costituiva adeguata garanzia per la Banca, dal momento che la valorizzazione dell’arca era subordinata all’approvazione del piano di lottizzazione da parte del Comune di Bari e, quindi, era suscettibile (come in effetti poi è stato) di ritardi o stalli, che avrebbero inevitabilmente compromesso il rimborso del finanziamento. Per di più mancava la perizia dell’area oggetto di acquisto e di richiesta finanziamento su cui era stata iscritta l’ipoteca di primo e secondo grado.

Quanto alla fideiussione rilasciata da parte della controllante di Immoberdan (SINPA S.p.A.), essa aveva un valore economico non determinabile, dal momento che non era stata preceduta da (opportuna) perizia di valutazione del patrimonio immobiliare della garante, tale da consentire di valutarne la solvibilità; era presente solamente un commento del proponente, che faceva generico riferimento alla rispondenza patrimoniale della controllante garante SINPA, che risultava “di conforto nel finanziamento completo dell’iniziativa”.

Parimenti censurabile la decisione del Consiglio di Amministrazione (in data 31 gennaio 2012) di incrementare l’affidamento (fino a sfiorare i 40 milioni di Euro) nell’ambito dell’operazione in pool con la Banca Popolare di Bari. Incremento deliberato nonostante:

un iter autorizzativo ancora in pieno corso, come rappresentato nel parere fornito dalla Divisione Crediti (274 nell’originale, ndr);

la classificazione al 31 dicembre 2011 in Fast Due, sulla quale la pratica di fido non forniva informazione alcuna;

il rilascio di fideiussioni (da parte dei soci di riferimento del Gruppo Nitti), senza una contestuale verifica sulla solvibilità patrimoniale dei garanti.

Tali criticità interessano ovviamente tutte le delibere successive (assunte dal Comitato Crediti), dove la Banca accordava rimodulazione della finanza erogata, sempre in assenza di una esaustiva analisi quali­ quantitativa sulla consistenza patrimoniale della prenditrice e dei suoi garanti e in presenza, tra l’altro, di dati che provenivano dal monitoraggio andamentale che segnalavano la posizione di complessiva anomalia (275 nell’originale, ndr).

Il pregiudizio patrimoniale patito da 13PVi in conseguenza di queste operazioni va imputato all’ex Vice Direttore Generale, Paolo Marin, nonché ai componenti del Consiglio di Amministrazione e del Comitato Fidi che hanno assunto le diverse delibere richiamate, senza l’adeguato controllo da parte dei Sindaci in carica ratione temporis.